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Tragedia in Iraq muoiono 4 militari italiani

 

Martedì 31 Maggio 2005, 00:00

06 Novembre 2024, 16:12

ROMA - Uno schianto nella notte nel deserto iracheno. E' finita così la vita di quattro militari italiani a bordo di un elicottero dell' Aviazione dell' esercito, caduto quando si trovava ormai a pochi chilometri dall' aeroporto di Tallil, dove avrebbe dovuto atterrare di ritorno dal Kuwait. Quella dell' incidente - forse a causa di una tempesta di sabbia - è l' ipotesi prevalente. Su quanto accaduto indagherà comunque «a tutto campo» una commissione d' inchiesta della Difesa (con 5 membri esercito ed 1 dell' Aeronautica) in partenza questa sera dall' Italia. Anche la magistratura ordinaria e quella militare indagheranno.
L' elicottero - con a bordo i piloti tenente colonnello Giuseppe Lima, 39 anni, di Roma e capitano Marco Briganti, 33 anni, di Forlì ed i mitraglieri maresciallo capo Massimiliano Biondini, 33 anni di Bagnoregio (Vt) e maresciallo ordinario Marco Cirillo, 29 anni, di Viterbo - era partito ieri da Tallil, la base del 6/o Reparto operativo autonomo dell' Aeronautica militare, dove operano anche i mezzi dell' Aviazione dell' esercito. Non si trattava di una missione particolarmente delicata: il velivolo avrebbe dovuto infatti trasportare all' aeroporto di Kuwait City, per il successivo imbarco verso l' Italia, un militare improvvisamente colpito da un grave lutto familiare.
Nel volo di rientro da Kuwait City, l' AB-412 si ferma alle 19.30, ore locali, per fare rifornimento di carburante alla base di Camp Buerhing, a nord di Camp Doha, sempre in Kuwait. Poco dopo il decollo si perde il contatto radio con il velivolo. Da Tallil scattano così le prime procedure per l' individuazione dell' elicottero. Si alzano in volo il Predator, l' aereo senza pilota e gli elicotteri predisposti per la ricerca ed il soccorso. All' 1.55 la tragica scoperta: vengono localizzati i resti dell' elicottero - completamente distrutto - a 15 chilometri a sud-est dell' aeroporto di Tallil. Da subito si capisce che per i membri dell' equipaggio non c' è più nulla da fare.
I militari presenti sul posto hanno immediatamente svolto i primi accertamenti, sentendo uomini del contingente italiano ed anche altre persone in grado di fornire notizie utili su quanto accaduto. Al momento, la pista più accreditata è quella dell' incidente. Il primo ad indicarla è il sottosegretario alla Difesa, Filippo Berselli, dopo aver svolto una breve informativa alla Camera sull' accaduto. «Ci può essere stato - spiega Berselli - un guasto tecnico o un errore umano. Al momento non c' è nessun elemento che faccia pensare ad un abbattimento. Il velivolo è caduto in una zona desertica e l' elicottero era dotato di tutte le attrezzature per la difesa contro i missili: non era certo un aereo da turismo». Ed anche da Nassiriya, il portavoce del contingente italiano, colonnello Fabio Mattiassi, parla di «probabile incidente, non ci sono segni di un attacco». Il comandante dell' Aviazione dell' esercito, generale Enzo Stefanini, osserva che «se si fosse trattato di un atto ostile sarebbe stato preceduto e seguito da tanti altri fatti che in questo caso non si sono verificati».
Un incidente, dunque. Ma come mai piloti esperti come Lima e Briganti (quest' ultimo con all' attivo tantissime ore di volo in Iraq) non sono riusciti ad evitarlo? Le prime risposte che filtrano dal riserbo dietro cui si trincera chi sta lavorando all' inchiesta parlano di una tempesta di sabbia. Si tratta di un fenomeno frequentissimo in Iraq e molto pericoloso per chi vola, soprattutto di notte. Così, secondo questa ricostruzione, un vero e proprio muro di sabbia si sarebbe improvvisamente levato dal deserto. I piloti dell' AB-412 avrebbero cercato di cambiare rotta, ma la manovra non sarebbe riuscita e l' elicottero si sarebbe schiantato al suolo.
Le fonti ufficiali invitano alla prudenza. Il colonnello Mattiassi sottolinea che «le condizioni meteorologiche consentivano il volo». Qualcosa di più certo si saprà nei prossimi giorni, grazie al lavoro della Commissione d' inchiesta, che gia da domani mattina esaminerà il relitto, che ovviamente sarà rimosso soltanto dopo i rituali rilievi. Il generale Stefanini precisa che «un incidente di volo può essere causato da fattori umani, ambientali o tecnici, ma al momento non si può dire quale dei tre sia prevalso o quale sia la loro combinazione».
L' aereo con le bare dei quattro militari italiani arriverà a Ciampino domani in tarda serata. I funerali dovrebbero svolgersi a Viterbo il 3 giugno. Un velo di tristezza calerà sulla parata delle forze armate ai Fori imperiali per la Festa della Repubblica del 2 giugno.
Massimo Nesticò

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