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Caro benzina, nuovo giorno di proteste: autotrasportatori in presidio. Nel Barese autista investito

 
Redazione online (foto Todaro)

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Caro benzina, nuovo giorno di proteste: autotrasportatori in presidio

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A Taranto sui tir fermi sono attaccati manifesti con la scritta: «Il governo non ha compreso la situazione. Questa è la risposta che abbiamo ricevuto. Facciamo capire quanto costa fermare l’autotrasporto in Italia»

Giovedì 24 Febbraio 2022, 09:40

16:26

«La situazione che si sta determinando a seguito dell’aumento delle tariffe dell’energia elettrica e del rincaro dei carburanti sta diventando preoccupante anche in relazione alle proteste degli autotrasportatori». Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga. "C'è il rischio - ha detto ancora - di possibili blocchi di approvvigionamento e di circolazione delle merci, in particolar modo nelle Regioni del Mezzogiorno. Per questo motivo chiediamo che il Governo attivi al più presto su questi temi un tavolo di confronto con le Regioni coinvolte».
Intanto, ancora proteste e 'tir lumacà sulle autostrade italiane contro l’aumento dei prezzi del carburante. La mobilitazione degli autotrasportatori del Mezzogiorno prosegue anche oggi in Puglia, Molise e Sicilia, ma continuano le code anche all’ingresso dell’area portuale di Ravenna. «Proseguiremo fin quando il Governo non comprenderà le nostre ragioni», dicono alcuni aderenti alla protesta, che non è stata lanciata da alcuna sigla sindacale nazionale. A quanto si apprende, alcuni autotrasportatori hanno segnalato che i propri mezzi sarebbero stati bloccati dagli stessi manifestanti in autostrada affinché non proseguissero e aderissero alla mobilitazione. Rallentamenti sono stati registrati inoltre sulla Biferina (Molise) e su diverse statali pugliesi in vista di una nuova protesta domani a Bari.

QUI TARANTO E PROVINCIA - Prosegue in tutta la Puglia e la Basilicata la mobilitazione degli autotrasportatori che in maniera spontanea presidiano la statale 106 e la statale 100 fermando i propri mezzi ai bordi della carreggiata per protestare contro il caro-carburante e l’aumento dei costi di gestione. Il traffico veicolare viene rallentato e al momento non ci sono blocchi, ma la situazione - dicono gli addetti ai lavori - potrebbe cambiare con un inasprimento della protesta in mancanza di risposte da parte del governo. Sui tir fermi sono attaccati dei manifesti con la scritta: «Il governo non ha compreso la situazione. Questa è la risposta che abbiamo ricevuto. Facciamo capire quanto costa fermare l’autotrasporto in Italia. Taranto spegne i motori». 

«Comprendiamo fino in fondo le ragioni degli autotrasportatori, le loro preoccupazioni sono le nostre perché sappiamo quanto sia fondamentale il loro lavoro». Rinaldo Melucci, candidato sindaco della coalizione “Ecosistema Taranto 2022”, ha dichiarato la propria vicinanza ai numerosi operatori del settore logistico che, anche sulle strade tarantine, stanno manifestando il loro netto dissenso nei confronti del caro-gasolio e degli aumenti generalizzati. «La situazione che denunciano riguarda ognuno di noi – ha aggiunto Melucci – perché ogni difficoltà che loro vivono è una difficoltà che si ripercuote sulla nostra qualità della vita. L’auspicio è che il Governo sappia individuare le misure necessarie per contrastare i rincari, faremo in modo di amplificare il loro appello».

NEL BARESE AUTOTRASPORTATORE INVESTITO - Terzo giorno di protesta delle aziende di trasporto in Puglia, con i tir che hanno raggiunto la tangenziale di Bari. I blocchi stradali nel Barese, come comunicato dalla Polizia locale, interessano la Statale 100 e la Statale 16 in entrambe le direzioni di marcia, causando diversi chilometri di coda tra le uscite di Poggiofranco e Japigia. Sulla Statale 96, all’altezza di Altamura, dove i camionisti sono in protesta con i mezzi fermi da martedì, l’autista di uno dei tir che stava manifestando in strada bloccando il traffico in arrivo in direzione sud, è stato investito da un furgone che, nel tentativo di evitare il blocco stradale, lo ha colpito facendolo cadere, senza provocare ferite gravi. L’uomo, soccorso dagli altri manifestanti, ha riportato una lieve ferita alla testa e qualche contusione.

NEL FOGGIANO PASTI SERVITI AI MANIFESTANTI - Il comune di Cerignola (Foggia) ha provveduto ad inviare pasti caldi ed acqua agli oltre 300 autotrasportatori che stanno protestando contro il caro carburante con i camion parcheggiati in prossimità degli accessi al comune foggiano. Lo rende noto la vicesindaca di Cerignola Maria Dibisceglia che ha incontrato gli autotrasportatori che da martedì hanno fermato i loro mezzi all’altezza degli svincoli autostradali Cerignola Est e Cerignola Ovest.
Dibisceglia fa sapere che «sono in dirittura d’arrivo bagni chimici nelle zone interessate». Inoltre la vice sindaca aggiunge che «dall’inizio della settimana abbiamo palesato la volontà di sottoscrivere un documento comune perché il Ministero dei Trasporti intervenga celermente per risolvere le difficoltà del comparto». 

COLDIRETTI: PARALISI DA BLOCCHI - «La Puglia è paralizzata dallo sciopero dei tir con navi merci di grano e mais che ripartono dal porto di Bari senza avere scaricato, mentre intere pedane di ortaggi, funghi, fiori e frutta stipate da ore nei camion sono da già da buttare per il blocco della catena della distribuzione alimentare». E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in relazione alla protesta degli autotrasportatori. Secondo l’organizzazione pugliese, «resta una autonomia di cinque giorni nelle stalle per l'alimentazione degli animali, poi le scorte di mais saranno esaurite».
«Con l’85% delle merci che viaggia sui strada lo sciopero dei tir con i blocchi stradali provoca danni incalcolabili, dal campo alla tavola - aggiunge Coldiretti Puglia - con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all’industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione».
E’ una situazione, sottolinea la Coldiretti Puglia, che aggrava le già «pesanti difficoltà» della filiera agroalimentare costretta «a far fronte a pesanti aumenti dei costi di produzione per le materie prime e l’energia la capacità di autoapprovvigionamento alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali» per via dell’aumento prezzi di gas e carburanti. «Il problema riguarda anche i lattiero caseari», spiega la Coldiretti.

CONFINDUSTRIA: MOLTE AZIENDE FERME - «E' urgente un intervento contro lo sciopero selvaggio dell’autotrasporto scoppiato a Nord di Bari, perché la protesta ora sta paralizzando anche l'industria.» Il presidente di Confindustria Puglia e Bari e Barletta-Andria Trani Sergio Fontana lancia l’allarme: «In molti molini, pastifici e industrie casearie del Barese - spiega - da lunedì la produzione è ferma o va a singhiozzo. I molini sono sovraccarichi perché non riescono a consegnare la semola e per questo stanno fermando l’attività. Di conseguenza i pastifici non ricevono la materia prima e sospendono alcune linee di produzione». Anche altre linee di produzione, secondo Fontana, vanno a singhiozzo.

«L'industria più danneggiata è quella di alimenti freschi - specifica - come i latticini o i mangimi per animali, che non possono restare a lungo invenduti senza deteriorarsi. Intanto si riducono le scorte di materie prime anche per l’industria di beni durevoli, come quelli della meccanica che, da quel che sappiamo, può resistere in media ancora per una decina di giorni, dopodiché diverse aziende dovranno fermare la produzione». Per Confindustria Puglia, «occorre ripristinare l'ordine, aprendo un dialogo costruttivo. Il caro carburante è un problema serio, ma va affrontato nel rispetto delle regole. Le istanze degli autotrasportatori sono giuste, ma le modalità di protesta no. Non si fa sciopero in questo modo».
Da qui la richiesta al ministro dell’Interno e al ministro dei Trasporti di trovare soluzioni per «evitare degenerazioni». 

L'INTERVENTO DEI SINDACI DELLA VALLE D'ITRIA - Il sindaco di Martina Franca (Taranto) Franco Ancona, insieme al sindaco di Locorotondo (Bari) Antonio Bufano e all’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Cisternino (Brindisi) Annalisa Canzio, questa mattina si è recato in piazza D’Angiò, nel comune ionico, al presidio degli autotrasportatori che stanno scioperando contro il caro carburante. L’iniziativa, spiega il sindaco Ancona, è stata intrapresa «per far sentire la vicinanza della città e chiedere al Governo interventi per una soluzione strutturale al problema dell’eccessivo aumento del costo dei carburanti. Un problema che gli autotrasportatori vivono in prima persona insieme alle loro famiglie ma che riguarda tutte le famiglie italiane in quanto i costi di trasporto finiscono per scaricarsi sui consumatori finali dei beni e sugli stessi produttori, in particolare di quelli agricoli». Il primo cittadino fa presente inoltre che «l'aumento generale dei prezzi può innescare, in diversi settori merceologici, il rischio di speculazioni che deve essere tempestivamente scongiurato». Oltre agli incolonnamenti dei tir sulla statale 106 e la statale 100, nel Tarantino c'è anche un presidio di autotrasportatori a Manduria, sulla circonvallazione Taranto-Lecce, all’altezza della chiesa di Sant'Antonio.

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