Bari - Giovani, giovanissimi, ormai anche minorenni si affidano alle mani dei chirurghi estetici. Non semplici ritocchini, ma veri e propri interventi per «correggere» il loro corpo. Il fenomeno, anche in Puglia, è in crescita impressionante e gli psicologi di Puglia lanciano l'allarme: «Il bisogno di omologazione sta annullando la personalità».
Il presidente dell'Ordine Psicologi di Puglia, Vincenzo Gesualdo, racconta il fenomeno senza girarci intorno: «Viviamo nell'epoca dell'ostentazione dell'immagine. E da qualche tempo questa ostentazione riguarda i corpi stessi. Di cosa parliamo? Chirurgia estetica, non più leggeri interventi di medicina estetica ma veri e propri interventi chirurgici a cui ci si sottopone per migliorare o addirittura stravolgere il proprio aspetto».
«Il dato allarmante - spiega Gesualdo - è che vi si sottopongono anche i giovanissimi, e il numero è in crescita. Rincorrono la perfezione, l'irrealtà di corpi e visi a cui non bastano più i ritocchi digitali di filtri e app».
Secondo il presidente Gesualdo gli under 18 «chiedono un'immagine che non trova un riscontro nella vita reale, nelle persone che siamo e che incontriamo tutti i giorni, la ricerca del proprio posto nel mondo passa attraverso l'omologazione dei social network».
Le vittime del fenomeno sono quelle della generazione Z, i più giovani della generazione Alpha, nate e cresciute nell'era digitale con i social network. «Scoprire la propria personalità e trovare il modo per farla emergere è oggi un viaggio piatto attraverso profili Instagram tutti uguali: stesse foto, stessi vestiti, stesse parole. E come sui social oggetti e accessori trovano una vetrina ideale, lo stesso sta accadendo per gli interventi. Non ci si nasconde più durante il post-operatorio: bende, lividi e protesi fanno bella vista di sé, alla pari di borse, sneakers e gioielli».
Un fenomeno che rivela «una profonda insicurezza e una fragilità nascosta dietro l'ostentazione di oggetti ed esteriorità». «L'approccio a queste richieste chirurgiche - conclude Gesualdo - deve necessariamente diventare multidisciplinare, non vanno trascurate affatto le implicazioni psicologiche e relazionali».