Bari - «Sono nella Giusta causa, nell’Anpi, ma il partito è un’altra cosa. E la vita culturale dei partiti manca alla democrazia italiana, non solo alla sinistra»: Sandro Frisullo, 66 anni, storico esponente di quella che una volta era l’area dalemiana, nonché ex vicepresidente della prima giunta Vendola, torna in pista aderendo a Sinistra italiana.
«Non mi sono mai allontanato dalla politica - spiega alla Gazzetta -. E’ la condizione della mia esistenza: chiesi la tessera della Fgci a 13 anni, la sezione locale di Castrignano de’ greci derogò al limite di età e mi concesse l’iscrizione nel 1968… Ho bisogno di “vivere” una casa politica e per questo lavoro su Lecce con Si». E proprio nel capoluogo salentino nei prossimi giorni potrebbero arrivare nuove adesioni di peso al movimento vendoliano, che dal Salento esprime l’assessore regionale Annagrazia Maraschio.
Il moto identitario di Frisullo - al tempo coinvolto nella Sanitopoli pugliese - va inquadrato nel solco di un impegno «politico-militante», come si usava dire una volta nel Pci: «Rilevo l’assenza delle forme organizzate della politica. La politica ha bisogno di vertenzialità, sindacato, lotta, centri studi e legami con la società. Il mio impegno è per una semina al fine di formare una nuova classe dirigente».
«Vendola? Non ho più con lui un rapporto politico. Ci siamo visti ad un evento romano della Fondazione ItalianiEuropei. Il mio legame è con i compagni di Si di Lecce, a partire da Sonia Pellizzari, e con Nico Bavaro, segretario regionale con cui dialogo spesso su scenari nazionali e locali».
«Che si può fare per la Puglia? Non so se c’erano tutte le condizioni per aderire come Si a questo percorso di governo. Non sono un massimalista, ma bisogna valutare lo spazio per incidere nell’azione della giunta, sulla cui attività negli ultimi anni ho avuto motivi di dissenso nel merito. Annagrazia Maraschio? Fui io a candidarla nel Pds nel 1995, nel collegio di Scorrano: la conoscevo da quando era tesserata del Pci. Ha tutte le qualità per svolgere al meglio il suo ruolo, ma deve essere accompagnata da una tecnostruttura affidabile e competente», chiosa ancora.
L’unità della sinistra? «Vi è una profonda inadeguatezza dell’offerta politica “alla sinistra” del Pd. Alle ultime regionali ci sono state almeno tre liste progressiste - Senso civico, Puglia solidale e Italia in Comune - che hanno raccolto quasi duecentomila voti, ma non hanno un eletto. E’ un problema da affrontare per tempo, non alla vigilia delle elezioni: i cartelli elettorali, che pur generosamente si allestiscono prima del voto, hanno bisogno di un retroterra. Leu doveva essere la tappa per la formazione di un nuovo partito, ma subito dopo le politiche c’è stato un ripiegamento. Tornando alla Puglia, Sinistra italiana può svolgere un ruolo nella riunificazione del campo progressista con visione di governo e per la difesa dei deboli, non certo seguendo le ambizioni legittime del ceto politico».
«Con D’Alema - puntualizza Frisullo - ho rare occasioni di incontro. E’ un leader internazionale. Quando viene in Salento è un piacere salutarlo». «Il futuro? Non penso - taglia corto - certo a candidature. Sono stato 40 anni in prima linea. Vorrei aiutare una nuova generazione ad assumere responsabilità di governo».
Un appello finale: «Vedo un approccio avaro in giro, in continuità con se stessi, mentre è il momento della generosità verso chi si impegna in politica. E sarebbe importante che anche gli intellettuali si schierassero contro lo spirito del tempo che ha messo in sofferenza i partiti. Va riabilitata una dimensione ruvida, ma essenziale: quella della ricerca di un senso per l’agire politico», conclude Frisullo.