Bari - Sono già 32mila le domande di «bonus covid» presentate alla Regione dai professionisti pugliesi sulla base dell’avviso pubblico Start: l’iniziativa della giunta Emiliano prevede un contributo di duemila euro lordi per far fronte alle conseguenze dell’emergenza-covid. Ma ad un mese e mezzo dall’avvio dell’iniziativa, i soldi promessi non sono ancora arrivati: per evitare quanto già accaduto in passato - ad esempio con le borse di studio di «Ritorno al futuro», che per questo furono oggetto di contenzioso - la Regione attende un approfondimento sugli aspetti fiscali. Bisogna infatti capire se i soldi vadano o meno assoggettati a ritenuta d’acconto.
«Abbiamo fatto un interpello all’Agenzia delle Entrate - spiega infatti il direttore del dipartimento Sviluppo economico della Regione, Domenico Laforgia - per capire come andrà trattata fiscalmente l’erogazione. Appena riceveremo la risposta saremo pronti per pagare». A differenza dei contributi covid erogati dallo Stato, che sono al netto e non fanno cumulo con il reddito, quelli della Regione sono in linea di principio tassabili. Ma i contributi erogati a valere sui fondi europei, per legge, sono esenti da imposta: e la dotazione finanziaria di Smart (124 milioni) proviene appunto dal Por 2014-2020. Quando la Regione ha istituito le borse di studio per i master post-laurea, dieci anni fa, si è presentata una situazione simile: prima erano state dichiarate non tassabili (e in molti ricevettero gli accertamenti), poi vennero sottoposte a tassazione al 100% fino a quando l’Agenzia delle Entrate stabilì che la quota di finanziamento europeo andava considerata esente. Ecco dunque che, ad evitare problemi postumi, gli uffici hanno preferito chiarire il punto. E se il contributo dovesse essere dichiarato esente da tassazione, chi lo ha chiesto riceverà l’intera somma.
Per presentare le domande c’è tempo fino a fine settembre: il contributo della Regione si somma a quelli previsti nei vari decreti del governo. Possono partecipare all’avviso Start i professionisti titolari di partita Iva attiva al 1° febbraio, con domicilio fiscale in Puglia e reddito da lavoro autonomo non superiore a 23.400 euro: sono esclusi i titolari di contratti di lavoro subordinato. Possono invece presentare domanda i titolari di contratto di collaborazione coordinata e continuativa, con lo stesso limite di reddito, ma soltanto se iscritti alla gestione separata dell’Inps: una scelta, quest’ultima, che esclude la totalità dei professionisti iscritti agli albi che sono tenuti a versare i contributi alla propria cassa di categoria.
Sul punto, però, la Regione si mostra possibilista anche a fronte delle numerose richieste di allargamento della platea dei beneficiari. «Stiamo ancora ricevendo domande - spiega Laforgia -. Se ci resteranno risorse, potremmo aprire anche ad altre categorie non incluse nel bando, come gli altri cococo e i dipendenti a tempo determinato».