Bari - I nuovi ricoveri sono bloccati già da sabato, ma la Asl di Foggia ha addirittura chiesto ai gestori di dimettere chi non è in condizioni critiche. La situazione delle residenze sanitarie assistite in Puglia resta esplosiva: da una settimana ormai le Rsa contribuiscono per il 50-60% al totale dei nuovi casi di contagio. Ed è per questo che la Regione è intervenuta, prima con una circolare e poi - ieri - con una delibera. Ma il provvedimento, così come aveva fatto la circolare di sabato, ha creato grande agitazione tra i gestori.
Da alcuni giorni, dunque, sono sospesi tutti i nuovi ricoveri. Anche quelli a pagamento. Gli ospiti ricoverati in ospedale potranno rientrare solo se la struttura avrà allestito un’apposita ala isolata, eventualmente utilizzando anche la palestra o altre aree comuni. E l’assistenza dovrà essere riorganizzata - dice la Regione - suddividendo i pazienti in «piccoli gruppi», cui assegnare sempre le stesse unità di personale con l’obiettivo di minimizzare i contatti e dunque i rischi di contagio.
La situazione è particolarmente delicata a Soleto, dove è in corso anche una ispezione ministeriale oltre che una inchiesta della Procura. Ma anche in Provincia di Foggia, dove è dovuta intervenire la task force guidata dal direttore generale Vitangelo Dattoli per commissariare le strutture private disponendo il trasferimento dei pazienti. Ed è forse per questo che il dg della Asl, Vito Piazzolla, ha scritto alle famiglie dei pazienti e alle strutture per chiedere «di riaccogliere in famiglia i propri cari per il periodo dell’emergenza»: un modo per mettere il cerino acceso in mano a gestori e famiglie.
Ieri la delibera della Regione, dando seguito agli impegni presi la scorsa settimana, ha disposto il pagamento alle strutture accreditate del 90% delle quote di aprile, per venire incontro ai costi extra generati dall’emergenza (personale e mascherine). Il problema è che in Puglia (tra Rsa, Rssa e strutture residenziali per disabili) è accreditato poco più del 10% dei circa 10mila posti disponibili: la maggioranza delle strutture - che già ha protestato per lo stop ai ricoveri - deve dunque continuare a contare solo sulle proprie forze.
«La tensione è altissima - dice Antonio Perruggini, presidente dell’associazione di categoria Welfare a Levante - e dobbiamo fare presto. Non dobbiamo aspettare altri martiri o rischiare accuse penali per colpa delle inadempienze di altri. Questa è una guerra che si vince con i dispositivi di protezione e con la riorganizzazione, pensando alla salute degli operatori sanitari e delle persone fragili ospiti delle strutture».
L’obiettivo della Regione è chiudere tutti focolai attivi nelle Rsa. In questo senso va letto sia il blocco dei ricoveri sia la strategia che prevede tamponi a tappeto in tutta la struttura, sia agli ospiti sia - come chiede il ministero della Salute - al personale. Allo stesso tempo sono necessarie misure di distanziamento ad hoc, con l’allontanamento di chi è infetto. La dimissione temporanea (quella che vorrebbe fare Foggia) non è ritenuta la soluzione ideale, sia perché il paziente non potrebbe poi rientrare nell’immediato sia perché la Asl dovrebbe poi garantire l’assistenza anche a domicilio: molto difficile in questa situazione.
LE PAROLE DI DECARO - «Sono molto preoccupato per la situazione delle rsa. Abbiamo avuto nel pomeriggio un incontro in videoconferenza tra tutti i 41 sindaci dell’area metropolitana di Bari e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Uno dei problemi che abbiamo posto è proprio quello delle rsa, che sono potenziali focolai di contagio. Stiamo facendo un piano. I sindaci si sono detti disponibili a fornire operatori sociali ma servono medici che vadano nelle strutture». Lo ha detto il sindaco di Bari Antonio Decaro, commentando la situazione delle residenze per anziani.
«Sono molto preoccupato - ha detto - per questo ho cominciato a contattare tutte le strutture, a costo di andarci di persona
come ho fatto ieri con Villa Giovanna», dove sono risultate positive al coronavirus 25 persone (18 ospiti e 7 operatori). "Mi hanno assicurato - ha detto Decaro - che stanno arrivando altri infermieri, perché alcuni sono in quarantena. Oggi hanno fatto altri tamponi, di cui sapremo l’esito nelle prossime ore, ma tutti i pazienti sono costantemente monitorati con saturimetro». A Bari finora le strutture contattate direttamente dal Comune sono 12, in due ci sono contagi. Oltre a Villa Giovanna, c'è il centro per anziani Don Guanella dove ci sono state due vittime nelle scorse settimane e una decina di ospiti contagiati, tre dei quali sono guariti. «Ho detto loro che l'importante è dare risposte alle famiglie per non farle preoccupare», ha concluso il sindaco.