Si chiama Tocilizumab il farmaco della speranza - solo per un certo tipo di contagiati dal Coronavirus - e arriverà negli ospedali pugliesi nei prossimi giorni, grazie alla adesione della Regione Puglia all’offerta dell’azienda farmaceutica Roche, pronta a distribuirlo gratuitamente. Di questa sperimentazione la Gazzetta ne ha parlato con il prof. Pierluigi Lopalco, virologo, nominato da Michele Emiliano come responsabile del coordinamento regionale delle emergenze epidemiologiche.
Professor Lopalco, c’è grande attesa per la sperimentazione con il «Tocilizumab».
«È utilizzato con successo per malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide. Blocca una sostanza che nel corpo causa una forte infiammazione, così forte che può danneggiare l’organismo».
Nel caso del Coronavirus?
«Questo virus attacca i polmoni, e in alcuni pazienti il danno è dato dal virus. In altri pazienti la reazione infiammatoria al virus è così forte che il danno ai polmoni viene causato proprio da questa reazione infiammatoria. In un certo gruppo di pazienti questo farmaco può bloccare la reazione infiammatoria e avviare la guarigione».
Non è per tutti, dunque.
«Non si può usare a tappeto, bisogna selezionare i pazienti in base ad alcune caratteristiche. Finora nei primi a cui è stato somministrato in Cina e a Napoli sono confermate le osservazioni positive».
Quando sarà pronto per l’uso?
«Il farmaco è già disponibile, bisogna attendere solo i tempi amministrativi. L’Agenzia italiana del farmaco, ha dato il via libera all’utilizzo in questi casi».
Dal punto di vista temporale…
«Gli ospedali sono in grado di avviare questa terapia».
La Puglia è pronta ad affrontare il prossimo picco di contagi?
«Ci stiamo tarando per accogliere un’onda epidemica rilevante. Ovviamente speriamo che il rallentamento dei contagi ci sia».
L’osservanza delle regole governative in che tempi potrà dare fatti sperati?
«Se oggi noi bloccassimo il contagio con un miracolo, da domani vedremmo solo chi si è contagiato nei giorni scorsi. Già questo fine settimana ci potrebbe essere qualche segnale generato dalle misure. La prossima sarà decisiva per capire se abbiamo rallentato l’impennata».
Quanta responsabilità sente nel lavorare in questa unità di crisi da «pugliese per i pugliesi»?
«Sono molto orgoglioso, qui c’è una squadra di livello altissimo. Rispetto a una regione del Nord, giochiamo in sei contro undici, per le esigue risorse del personale. Daremo fondo a tutte le graduatorie in piedi per assumere. Non basta il posto per i pazienti, ci vuole il personale per curarli…».