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Fasano: la prof in carcere in Australia per droga oggi studia da avvocato

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Fasano: la prof in carcere in Australia per droga oggi studia da avvocato

La polizia federale trovò 5 chili di cocaina nella valigia di Elisa Salatino, detenuta a Melbourne. A Bari comincia il processo all'ex marito, accusato di maltrattamenti

Giovedì 06 Giugno 2019, 10:11

Nel carcere di Melbourne sta scontando una pena a dieci anni di reclusione per traffico internazionale di droga, anche se lei ha sempre sostenuto di essere stata incastrata e che di quei cinque chili di cocaina trovati in valigia dalla polizia federale australiana nel febbraio 2017, non ne sapeva davvero nulla. A oltre 15mila chilometri di distanza, nella ex sezione distaccata del Tribunale di Modugno, è iniziato ieri, dopo un primo rinvio per difetto di notifica all’imputato, il processo nei confronti del suo ex marito, accusato di averla gravemente maltrattata. Elisa Salatino, 41 anni, detenuta nell’altra parte del mondo, a febbraio sarà virtualmente in aula a Modugno, collegata in «videolink», una sorta di skype, per essere sottoposta ad esame. Il giudice monocratico del Tribunale di Bari Anna Perrelli, infatti, ha detto sì alla costituzione di parte civile della prof, originaria di Fasano, ormai ex docente dell’istituto Marconi di Bari. La costituzione come parte civile è stata resa possibile grazie alla nomina e alla procura speciale, firmata da Elisa a favore dell’avvocato Gabriele Contini, autenticata dalla rappresentanza consolare italiana in Australia.


Sono trascorsi quasi due anni e mezzo da quando Elisa venne arrestata non appena sbarcata a Melbourne con un volo offerto da un amico che un secondo prima di partire, restò in Italia, facendola partire da sola. Anche la Procura di Bari sin dall’inizio indaga sulla vicenda. Da allora la docente fasanese è detenuta nel carcere femminile «Dame Phillis Frost Center» di Melbourne. E da allora, Elisa, dopo lo scoramento iniziale, è molto cambiata. «Mia sorella è un’altra persona - fa sapere Giuseppe, il fratello -. Soffre per la condanna per un reato che non ha commesso, ma ora è più combattiva che mai». Anzitutto Elisa, si è rimessa a studiare. «È molto intelligente e ha ripreso a fare ciò che le piace». Si è iscritta all’università, indirizzo diritto internazionale e criminologia. Frequenterà corsi in inglese che ormai Elisa conosce benissimo. «Su 25 posti disponibili - racconta Giuseppe con orgoglio - è arrivata prima». Licenziata dalla scuola per via della vicenda giudiziaria, Elisa pensa al suo futuro quando la sua pena sarà scontata. «Grazie alla buona condotta, se tutto va bene, potrà uscire nel febbraio 2023, dopo sei anni di detenzione. Vuole diventare avvocato. Ci sentiamo ogni giorno e da quando è diventata zia ha una forza ancora più grande. Se prima era triste e depressa, ora finalmente reagisce. Mi ripete sempre che non ha alcuna intenzione di tornare qui dove c’è chi esprime giudizi senza conoscere i fatti. Vorrebbe realizzarsi altrove non appena avrà pagato il suo conto con la giustizia che riteniamo comunque ingiusto. Non mi sento di biasimarla». Ci sarà pure una ragione se la stessa magistratura australiana nelle motivazioni della condanna, ha definito Elisa, una «ingenua».


Del resto, dal processo iniziato ieri a Modugno in cui la prof. è stata ammessa parte civile, emergono tutte le debolezze, le fragilità e le sofferenze subite prima di quel lungo viaggio. Stando alle indagini coordinate dal pm Savina Toscani, infatti, Vincenzo Capuano, 38 anni, durante la convivenza con Elisa, «poneva in essere una serie di condotte persecutorie ed estorsive consistite in continue richieste di denaro per acquisto di sostanze stupefacenti, adottando un atteggiamento sia fisico che verbale, violento, impedendo alla persona offesa di uscire e di usare il telefono e, quindi, anche di documentare clinicamente le violenze subite». Eccolo il clima in cui la docente, secondo la stessa Procura di Bari, è stata costretta a vivere durante il matrimonio. Un quadro che sembra coincidere con il racconto che i suoi famigliari fanno di lei e con quanto risulta da lettere e telefonate dal carcere di Melbourne. A giudizio c’è anche la madre di Capuano, ex suocera di Elisa, accusata di violenza privata: nel periodo da gennaio 2014 ad agosto 2016, avrebbe preteso che Elisa mantenesse il figlio, minacciando di ricorrere a «presunte conoscenze della provincia barese in grado di: “fargliela pagare”».
Con questo stato d’animo, dunque, tra sofferenza e speranza, Elisa «accetta un regalo di un amico»: un viaggio in Australia. Doveva essere l’inizio di una nuova vita, è diventato un incubo. Ma ora Elisa prova a voltare pagina. Studia, ha imparato l’inglese e pensa a cosa farà una volta scontata la pena. Chissà, forse diventerà avvocato.

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