Nel biennio 2014-2015 Acquedotto Pugliese non ha garantito gli investimenti programmati nel Piano industriale. E per questo dovrà restituire agli utenti 13,7 milioni di euro, la somma che i clienti hanno versato come maggiorazione di tariffa proprio per sostenere le opere infrastrutturali. Lo ha deciso l’Autorità idrica pugliese, con una delibera approvata al termine dell’istruttoria sui dati dell’ultimo quadriennio: ora sarà la stessa Aqp a dover stabilire le modalità di restituzione delle somme, probabilmente attraverso conguagli nelle future bollette.
Non si tratta di una vera e propria contestazione, quanto piuttosto dei risultati di una verifica prevista dall’Autorità per l’energia sul Piano industriale 2014-2017, poi modificato dal più recente Piano per il quadriennio 2017-2019. Il mancato raggiungimento degli obiettivi di investimento riguarda gli anni 2014-2015, dunque il precedente management dell’azienda, quello che faceva capo al professor Nicola Costantino. Dal 2014 al 2015, secondo i calcoli dell’Autorità idrica presieduta dal sindaco di Andria, Nicola Giorgino, Aqp ha concluso investimenti per 95,1 milioni di euro, con un tasso di realizzazione del 44,4%. Nel computo non rientrano tutti i lavori, ma solo quelli relativi a opere che Aqp ha completato e messo in esercizio. Con la stessa logica di calcolo, nel biennio successivo (2016-2017) Aqp ha concluso investimenti per 117 milioni, per un tasso di realizzazione pari al 74,7%.
A fronte di questi numeri, che non soddisfano i parametri di legge, l’Autorità idrica pugliese ha stabilito che Aqp dovrà restituire agli utenti l’intero Fondo nuovi investimenti (Foni) accumulato nel 2015, proprio in base a una apposita voce caricata nelle bollette che vale, appunto, 13,7 milioni di euro. Si tratta, in sostanza, della quota di finanziamento che l’azienda ha ottenuto dai cittadini, a fronte di opere che non è riuscita a portare a termine. Il 2015 è stato l’annus horribilis per gli investimenti completati e messi in esercizio (appena 12 milioni), contro i 45 milioni del 2016 e i 72 milioni del 2017.
Aqp ha circa un milione di clienti: la restituzione di poco meno di 14 milioni implica dunque una manciata di euro per ciascuno, da spalmare sulle prossime bollette. Il tema complessivo degli investimenti resta invece centrale, anche per le implicazioni sul sistema economico: Acquedotto è la principale stazione appaltante Pugliese.
E, garantisce l’ad Nicola De Sanctis, la situazione oggi è totalmente diversa: «L’intero cda - spiega - è impegnato a sostenere la crescita e il cambiamento. Le nostre prime azioni hanno riguardato la riorganizzazione della struttura aziendale per renderla maggiormente aderente agli obiettivi sfidanti che si era data. Ecco perché è stata istituita una funzione aziendale ingegneria, specificatamente dedicata al perseguimento di questi obiettivi strategici, e sono state compiute scelte in materia di gestione del personale con criteri oggettivi e trasparenti legati alla valorizzazione delle migliori professionalità». De Sanctis ricorda che «la ferma volontà dell’azionista unita al gioco di squadra messo in campo, sono stati determinanti per l’adozione da parte del Parlamento italiano di una proroga della concessione del servizio fino a tutto il 2021. A seguito di questo risultato è stato elaborato un Piano Industriale che contempla anche lo sviluppo di attività nel settore ambientale, a beneficio di tutto il territorio. Negli ultimi tre anni è stato realizzato un ampio piano di interventi sulla depurazione per migliorare il servizio e ridurre drasticamente le infrazioni comunitarie. Stiamo anche lavorando per accelerare gli interventi sul recupero delle perdite, anche attraverso nuove modalità operative»