Incremento produttivo del 20%, qualità buona, stagione impegnativa dal punto di vista fitosanitario. Queste le peculiarità della vendemmia pugliese 2018. Una vendemmia particolare, soprattutto perché influenzata da un andamento climatico «anomalo», caratterizzato da fenomeni temporaleschi, con bombe d’acqua e grandinate a macchia di leopardo. Una situazione complessa ed eterogenea sul territorio che, però, «regalerà» un risultato complessivo rilevante: la prospettiva di ottenere circa 12milioni di ettolitri di vino e mosto. Secondo dati diffusi da Assoenologi, l’incremento quantitativo rispetto al 2017 (un anno caratterizzato da siccità e da calo produttivo record superiore al 30%), farà diventare la Puglia prima produttrice in Italia, davanti al Veneto.
«In generale – spiega Massimiliano Apollonio, presidente di Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria - in tutta la regione le temperature non troppo elevate hanno favorito il vigore vegetativo della vite e di conseguenza l’incremento della produzione. Con il persistere di fenomeni temporaleschi, che hanno caratterizzato in maniera importante sia la primavera che l’inizio dell’estate (soprattutto in Valle d’Itria e nel Nord del Tavoliere) e anche la seconda parte di agosto (in particolare nel Salento), le date di inizio della vendemmia risultano generalmente posticipate di circa una settimana, tranne nel caso di anticipo dove i vigneti hanno subito le avversità meteorologiche».
Come detto la situazione non risulta uniforme. Nel Salento, ad esempio, la ripresa vegetativa viene segnalata non omogenea, con ritardi o leggeri anticipi a secondo le zone produttive. Per quanto riguarda la quantità, invece, pur confermando il dato regionale d’incremento, gli effetti devastanti a livello locale della grandine e delle piogge violente hanno determinato perdita di prodotto anche superiore al 30%. Sui vigneti colpiti, insomma, la buona cacciata iniziale è stata fortemente ridimensionata. Per quanto riguarda la qualità, secondo Assoenolgi «molto dipenderà dall’andamento climatico del mese di settembre». Gli operatori, peraltro, segnalano spesso una gradazione inferiore rispetto al 2017 (circa 2 gradi Babo in meno). Ciò anche perché diversi viticoltori hanno deciso di fronteggiare il pericolo piogge (e rischio aggressioni muffe) anticipando la raccolta.
«La nostra – dice Giuseppe Colopi, direttore tecnico dell’azienda Agricola Candida di Trinitapoli - sarà una vendemmia corta ed intensa, si cerca di reperire uve sane ma con gradazioni inferiori alla media, anziché aspettare col rischio di ricevere uve marce con Botrytis».
Secondo Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme di Cellino San Marco, nei prossimi giorni ci sarà una corsa contro il tempo. «Siamo passati – spiega - dalla stagione 2017 avara di piogge a quella del 2018 dove, in poco più di quattro mesi, è venuta giù l’acqua di un intero anno, circa 600 millimetri. La vigna, complice la disponibilità idrica, ha corso all’impazzata anticipando tutte le fasi fenologiche. Poi tutto è cambiato e le piogge hanno complicato la situazione. Abbiamo ritardi di maturazione e necessità di avere giornate con vento di tramontana che aiuti a maturare le uve ed evitare le marcescenze».
La vendemmia è iniziata nella prima decade di agosto con i bianchi base spumante (qualità buona/ottima), poi via via tutti gli altri. A settembre sarà la volta della raccolta dei grandi rossi pugliesi. Quest’ultima, fattori climatici permettendo, si spera fruttuosa dal punto di vista qualitativo.