«Ci chiedano la proroga oppure tra sette giorni in via Nazariantz ci saranno i sigilli e nessuno potrà più entrare». Lo dichiara il sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenendo sulla questione del Palagiustizia di Bari dichiarato inagibile per rischio crollo e prossimo allo sgombero totale entro fine agosto. «Se il Ministero ha bisogno di altri giorni per completare lo sgombero e trovare altre soluzioni, lo chieda al Comune - insiste il sindaco - e il Comune è nelle condizioni di valutare la nuova perizia e dare probabilmente qualche altro giorno».
«I 90 giorni per lo sgombero servivano per il trasloco e per trovare un altro edificio, che non è stato ancora trovato. Il Comune - sottolinea Decaro - non può fare una proroga se nessuno la richiede». Intanto, nella eventualità di una richiesta di proroga, il Comune sta giocando d’anticipo e questa mattina i tecnici di Palazzo di città hanno fatto un sopralluogo in via Nazariantz sia per accertare lo stato di avanzamento delle attività di sgombero, sia per verificare che l’alleggerimento dei piani superiori dai carichi pesanti abbia effettivamente attenuato il rischio crollo.
Quando qualcuno dice che i piani stanno andando nel verso giusto, mi viene da pensare che forse sono i piani per annullare completamente la giustizia barese». E' polemica la risposta del sindaco di Bari, Antonio Decaro, al Ministero della Giustizia sulla questione del Palagiustizia di Bari, dichiarato inagibile per rischio crollo e prossimo allo sgombero (i termini scadono tra una settimana). In una nota diffusa ieri da via Arenula, infatti, il Ministero ha detto che "i lavori procedono secondo tabella di marcia».
«Non abbiamo il palazzo nuovo, - dice Decaro - le udienze sono state bloccate fino a settembre e ci spiegano, magistrati e avvocati, che traslocare nell’immobile di via Brigata Regina significa non lavorare più. Al Ministero sembra che vada tutto bene e, quindi, mi aspetto che tra sette giorni lì ci siano i sigilli e non potrà entrare più nessuno». «Io sono abituato a metterci la faccia e a decidere».
IL COMUNICATO DEL MINISTERO - «Comprendiamo le difficoltà esposte dai magistrati baresi, così come le esigenze palesate. I magistrati sanno che, nella grave situazione venutasi a creare, il Ministero sta facendo tutto quanto in proprio potere e sta rispettando i tempi previsti. I lavori per il trasloco nelle sedi temporanee di via Brigata Regina e Modugno procedono secondo tabella di marcia e la prossima settimana esperti del Ministero della Giustizia saranno a Bari per seguire il completamento di questa fase, così come stabilito dalla conferenza permanente del 30 luglio scorso». Lo sottolinea una nota del Ministero della giustizia dopo che l’Anm, oggi, ha lamentato ritardi nella soluzione della situazione a Bari, dove è inagibile il palazzo di giustizia.
«Il nostro obiettivo, oltre ad assicurare al meglio la ripresa dell’attività giudiziaria, è anche quello di tutelare l'incolumità del personale amministrativo e dei magistrati che ancora lavorano nell’immobile di via Nazariantz, su cui pende ancora oggi un’ordinanza di sgombero entro il 31 agosto. I nostri sforzi sono concentrati nel portare a termine il rilascio dell’immobile da parte del personale. Così come procede speditamente la procedura di individuazione della soluzione ponte più stabile», prosegue la nota.
«Quanto ad altre istanze, sostenute da nuove perizie, giunte al Ministero solo a titolo di conoscenza il 17 agosto, si ribadisce che la competenza - e la responsabilità - nel merito è del Comune di Bari che aveva emesso l’ordinanza e che, se ritiene che il pericolo sia cessato, può revocarla. Ma questo non dipende certo dal Ministero della Giustizia che non può dare alcuna apertura né copertura rispetto a un eventuale atto del genere», conclude il comunicato del Ministero».
Nella giornata di ieri, in una articolata lettera, i pubblici ministeri della Procura di Bari - che hanno competenza anche nel Foggiano per inchieste di criminalità organizzata - avevano lanciato l'allarme segnalando il rischio di paralisi delle attività investigative proprio per l'inadeguatezza della sede di via Brigata Regina individuata come soluzione temporanea per la sola Procura in attesa del trasferimento in una sede provvisoria che prendesse il posto di quella del palazzo ex Inpdap revocata dallo stesso Ministero alcuni giorni fa.
In merito alla nota pubblicata questo pomeriggio sul sito del Ministero della Giustizia sulla vicenda di via Nazariantz, il sindaco di Bari Antonio Decaro dichiara quanto segue:
LA REPLICA DI DECARO: NO SCARICABARILE, NESSUNO MI HA CHIESTO PROROGA - Non si fa attendere la replica, piccata ma istituzionalmente corretta, del primo cittadino. Il succo della posizione di Decaro è questo: fermo restando che l'immobile è ancora pericolante (perchè la perizia integrativa non lo esclude), qualcuno mi deve pur chiedere che vi è un'esigenza per cui serve una proroga. Della serie, a che titolo il sindaco revoca un suo atto senza che nessuno gli abbia rappresentato una necessità?
«Sono sempre stato consapevole che la competenza esclusiva in ordine alla agibilità o meno di un edificio spetti al Comune. Tuttavia nell'edificio di via Nazariantz non si esercita un'attività qualunque, ma si svolge una funzione primaria per i cittadini, quella giudiziaria. Per questo il Comune, con i suoi tecnici, ha definito un percorso teso a salvaguardare al contempo la sicurezza degli operatori e la prosecuzione delle funzioni attraverso una procedura di sgombero con misure cautelative articolata in un arco temporale di 90 giorni. Sin dal mese di maggio, il Comune però ha chiesto al Governo di riconoscere l'eccezionalità della situazione, dichiarando lo stato di emergenza proprio per utilizzare procedure di urgenza per evitare di ritrovarsi, alla fine di agosto, senza soluzioni definitive».
«Tale richiesta - prosegue Decaro - è stata ignorata e oggi, alla scadenza dei 90 giorni, ci ritroviamo con i processi penali sospesi, le operazioni di trasloco non completate, senza una sede alternativa e con il rischio concreto di bloccare le attività della Procura ordinaria e di quella distrettuale. Voglio solo capire dal Ministero, unico titolare delle competenze in materia di edilizia giudiziaria, se ci sia la necessità di una proroga dei termini già fissati per lo sgombero dell'immobile, così come evidenziato nella nota inviata ieri al Presidente della Repubblica dall'Assemblea dei magistrati baresi. A leggere il comunicato del Ministero sembrerebbe di no. Per Roma tutto procede secondo il programma. A Bari, invece, la sensazione è completamente diversa. Purtroppo si sta consumando l'ennesimo tentativo di scaricare tutti i problemi sulle spalle dei Sindaci e dei Comuni, anche quando non ne hanno alcuna competenza».
I PENALISTI: PRIMA AZZERANO TUTTO, POI DICONO CHE STANNO FACENDO - Per il presidente della Camera Penale, avv. Gaetano Sassanelli, dal comunicato diffuso dal ministero della giustizia, emerge «una idea alquanto singolare del rispetto dei tempi. Ha affermato infatti che (si) “sta facendo tutto quanto in proprio potere e sta rispettando i tempi previsti...Così come procede speditamente la procedura di individuazione della soluzione ponte più stabile”, dimenticando però che, dopo l’annuncio di oltre due mesi fa in pompa magna, con orgoglio e mettendoci la faccia, della scelta definitiva della nuova sede, ha azzerato il tutto, ritornando al punto di partenza, nonostante l’imminente scadenza del termine per lo sgombero dell’immobile di via Nazariantz. Crediamo quindi che i cittadini abbiano ancora una volta la possibilità di valutare capacità ed affidabilità di chi sta gestendo questo grave problema che affligge la nostra comunità ed al contempo auspichiamo che le Istituzioni vogliano spendere tutto il loro peso per ottenere un reale cambio di marcia nell’approccio alla vicenda».
I MAGISTRATI: TRE MESI PER UN NULLA DI FATTO - Sono passati tre mesi da quando abbiamo iniziato ad assistere alla celebrazione delle udienze nelle tende, e mancano pochi giorni alla esecuzione dello sgombero del Palazzo di giustizia di via Nazariantz» a Bari. Lo ricorda in una nota il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), Francesco Minisci, evidenziando che «nonostante le promesse e gli annunci, probabilmente un pò affrettati, una soluzione edilizia che possa ridare dignità alla giustizia barese non è stata trovava».
«Per non parlare - sottolinea Minisci - dell’inesorabile avvicinarsi del 30 settembre, data in cui riprenderanno tutti i termini sospesi dal decreto legge dello scorso giugno». «Ora - rileva - non c'è davvero più tempo da perdere, la giustizia penale di Bari deve riprendere ad essere esercitata senza ulteriori rinvii». «Sono a serio rischio - prosegue il presidente dell’Anm - delicate e indifferibili attività giudiziarie e la stessa lotta alla criminalità organizzata di quell'importante sede giudiziaria, che non può essere sospesa neanche per un giorno».
«Ribadiamo ancora una volta - conclude Minisci - la richiesta che sia trovata, in tempi rapidissimi, una soluzione, perché quella attuale, oltre a non essere una situazione da Paese civile e a bloccare il sistema giudiziario barese, favorisce anche le più insidiose forme di criminalità».