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Palagiustizia Bari, stop alle indagini
I pm a Mattarella: si va verso la paralisi

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

Palagiustizia

La lettera dei magistrati baresi che lamentano l'impossibilità ad andare avanti con la funzione inquirente nella struttura provvisoria di via Brigata Regina

Mercoledì 22 Agosto 2018, 15:52

23 Agosto 2018, 15:09

Prima le udienze in tenda come i terremotati, poi lo stop ai processi, adesso la paralisi delle investigazioni. L'attività della Procura di Bari va verso lo stop. L'allarme arriva in un documento sottoscritto dai magistrati della Procura di Bari e inviato tra gli altri anche al Presidente della Repubblica, in cui traspare una vera e propria emergenza alla vigilia del termine fissato del 31 agosto per lo sgombero dell'immobile di via Nazariantz. Revocata dal Ministero la sede sede provvisoria dell'ex Inpdap e preso atto della inadeguatezza della sede di via Brigata Regina individuata per il solo trasferimento della Procura, i pubblici ministeri ora lanciano l'allarme sull'attività di contrasto al crimine per inadeguatezza della sede giudiziaria, quella provvisoria della provvisoria per intenderci.

Come evidenziato dallo stesso procuratore Giuseppe Volpe l'altro giorno, la struttura temporanea di via Brigata Regina che sarebbe servita a ospitare solo la Procura, non è idonea nemmeno per una fase transitoria, quella che avrebbe preceduto una soluzione ponte in attesa della realizzazione del polo giudiziario. In realtà l'immobile - individuato un paio di mesi fa - ha una superficie pari a un terzo del fabbisogno necessario (da 4800 metri quadrati a 1500 metri quadrati) sicchè i magistrati dovrebbero convivere in tre o quattro nella stessa stanza senza garantire neanche la privacy di interrogatori o il ricevimento degli avvocati. A ciò si aggiunga la circostanza che il 90% dei fascicoli non troverebbero collocazione. Tutto ciò, quindi, si riflette inevitabilmente anche sulle indagini.

«Sulla base di queste osservazioni - si legge nel documento inviato a una serie di indirizzi istituzionali - appare del tutto evidente che le funzioni istituzionali proprie della procura (la stesa Procura d'Italia per dimensioni) verrebbero seriamente compromesse se non addirittura paralizzate con conseguenti riflessi in tema di tutela dei diritti e della sicurezza delle persone nonostante tutti gli sforzi che i magistrati e il personale della Procura di Bari hanno messo e metteranno in atto nel rispetto del principio di leale collaborazione con le istituzioni coinvolte. In sostanza - prosegue il documento - l'Ufficio che ha competenza distrettuale e che quindi si occupa anche della crimimalità del territorio foggiano, vera e propria emergenza nazionale, non potrà garantire indagini e processi in tale materia oltre che in tutti gli altri settori nevralgici di intervento».

I magistrati della Procura di Bari chiedono che «venga individuata, con la massima urgenza, una soluzione che permetta a questo ufficio di poter svolgere il proprio lavoro, al fine di assicurare il servizio Giustizia e il perseguimento dei reati del territorio».

Nei giorni scorsi una perizia suppletiva depositata da uno dei tecnici nominati dai pm titolari di un fascicolo di indagine sulla situazione del Palagiustizia, aveva evidenziato un alleggerimento delle condizioni di pericolo dell'immobile di via Nazariantz proprio per la riduzione del carico di qualche decina di tonnellate dei faldoni che appesantivano i piani interrati dell'edificio. Ma di qui a una proroga del termine dello sgombero, ce ne corre e allo stato, a meno di nove giorni dal termine ultimo per sgomberare l'edificio come da ordinanza del sindaco Antonio Decaro, dal Ministero non è giunto alcuna segnale. L’Inail, ente proprietario, ha scritto al Comune dichiarando il proprio nulla osta alla richiesta della Procura ma il sindaco ha chiesto al Ministero, competente sull'edilizia giudiziaria, di intervenire. 

E proprio il primo cittadino, che nei giorni scorsi aveva scritto al ministero lamentando la situazione del Palagiustizia, ha ricevuto oggi la telefonata delministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, il quale assicurato al primo cittadino che il Ministero è al lavoro per una soluzione, aggiornandosi a domani per fare il punto con i propri tecnici. Intanto, intervenendo dopo la lettera dei magistrati, il sindaco ha sottolineato che «La giustizia penale a Bari non si può fermare. Faremmo un favore ai criminali, e questa città non se lo può permettere». 

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