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L'INTERVISTA
Pasquale Bellini
02 Maggio 2020
Lunetta Savino «in mascherina» (me lo garantisce al telefono) sta percorrendo le vie di Roma, direzione supermercato, subito dopo libreria.
«Sono le mie uniche destinazioni esterne ormai - mi racconta l’attrice - da quando è scoppiata questa pandemia stramaledetta. Feci appena in tempo, fine febbraio, a rientrare a casa a Roma. L’ultima mia tappa teatrale, e ti pareva, fu proprio nella mia-nostra Puglia, a Monopoli, dove recitai il mio spettacolo Non farmi perdere tempo, quello che avevo già portato in giro in parecchie piazze pugliesi, compresa Bari a dicembre. Ora eccomi qua, come tutti gli attori e tutta la gente di teatro, “fra color che son sospesi”, mettiamoci anche “si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” ma poi basta con le citazioni. Speriamo che la sospensione sia veramante tale, che cioè sia un fatto provvisorio questa chiusura totale dei teatri e dei luoghi di spettacolo, che vi sia il prima possibile una ripresa, una riapertura».
Nell’attesa, come trascorre i tempi lunghi un’ attrice «sospesa»?
«Inevitabilmente, so che non è una cosa originale con la lettura, come anche con la visione (fra le rete e i dvd delle mie raccolte) di parecchi lavori teatrali registrati, e ce ne sono tantissimi da rivedere. Anche se poi alla lunga la cosa mette un po’ di malinconia, per non dire tristezza, pensando che il teatro vero, lo spettacolo vivo e vegeto, è un’altra cosa e che per il momento non se ne parla».
A proposito di teatro in streaming, di formule in video e in trasmissione, se ne parla come di una soluzione alternativa all’ attuale impossibilità di andare in scena. Che ne pensa?
«Lo spettacolo dal vivo, appunto, è dal vivo, cioè col pubblico che sta davanti agli attori, ai cantanti, agli artisti.Né mi convince la faccenda del pubblico “diradato”, degli attori che recitano o cantano o danzano “a distanza” fra loro. Magari anche con le mascherine! Speriamo che vi possa esser al più presto una “ripresa” del tutto regolare. Intanto occorre pur trovare delle soluzioni nell’attesa, per far lavorare e guadagnare la gente, per venire incontro alle difficoltà enormi del settore e dei suoi addetti. Venga pure il teatro in tv, delle riprese ad hoc come c’erano una volta. Che nasca una nuova drammaturgia, che si faccia qualcosa. Quello che mi dispiace è che il settore teatro/spettacolo sia come sparito dall’ orizzonte, come se tutto ciò che ha a che fare col palcoscenico fosse in fondo un optional di cui si può fare a meno. Questo è brutto».
Ma Lunetta Savino, sospensione a parte e teatro a parte, non ha forse nel suo carniere anche il cinema, che è probabile si rimetta in moto prima del teatro?
«Anche il cinema e tutte le produzioni in genere sono al momento ferme visto che è assai improbabile girare e tenere aperti dei cast con le attuali regole e distanze. Per esempio un film, titolo Lolita, che dovevo girare in Puglia insieme a Luisa Ranieri, un giallo, è fermo e sospeso. Ma io non mi lamento: per dire, sono candidata come “migliore attrice” al prossimo David di Donatello (tutto in streaming, ovvio) per il film Rosa della regista triestina Katja Colja, io posso e potrò (spero) superare la crisi. Ma penso a tanti e tanti attori e lavoratori, nel settore del teatro, della musica, del cinema, che non hanno vere tutele e garanzie, i quali rischiano davvero la fame. Forse questa emergenza servirà a mettere un po’ di ordine nelle strutture del settore. I lavoratori di teatro, musica e spettacolo non possono essere considerati “figli di un Dio minore”!».
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