Entrerà nel vivo il 23 settembre con l’interrogatorio del primo teste d’accusa, il capitano della Guardia di Finanza Luca Di Francesco che parlerà delle indagini svolte, il processo “Giù le mani” iniziato il 6 maggio in Tribunale a Foggia nei confronti di 9 imputati per lo più di Manfredonia. Il blitz è datato 9 marzo 2024 con 5 arresti: 2 in carcere, 3 ai domiciliari; da tempo tutti gli imputati sono tornati liberi.
In attesa di giudizio l’ex sindaco Gianni Rotice; il fratello Michele, anche lui imprenditore edile; l’ex assessore comunale avv. Angelo Salvemini; l’ex segretario generale del Comune Giuliana Maria Galantino; i fratelli Michele e Grazia Romito dell’omonima famiglia sipontina coinvolta nella guerra di mafia garganica; Michele Fatone e il figlio Raffaele dipendenti Ase, l’azienda che gestisce il servizio rifiuti; e Luigi Rotolo. Rispondono a vario titolo di 14 capi d’imputazione per 5 filoni di inchiesta: 4 concussioni, di cui 1 tentata; 3 peculati; corruzione elettorale/voto di scambio; corruzione; stalking; falso; lesioni; e 2 episodi di violenza privata, di cui 1 tentata. Sarà un processo lungo considerati i circa 300 testimoni citati dalle parti e le intercettazioni da trascrivere.
Ieri pomeriggio i giudici hanno sciolto la riserva; ammesso quasi tutte le prove richieste da pm, parti civili e difensori; e nominato il perito fonico che trascriverà le captazioni: ha chiesto 3 mesi di tempo e dovrebbe depositarle entro i primi di novembre. Nella precedente udienza del primo luglio i giudici avevano rigettato la richiesta difensiva di inutilizzabilità delle intercettazioni, uno degli elementi principale d’accusa. Ammesse anche come chiesto dai pm le captazioni del filone dell’inchiesta che riguarda il presunto falso di cui avrebbe beneficiato Grazia Romito: Tribunale della libertà e gup accolsero la richiesta difensiva di inutilizzabilità, ieri i giudici hanno deciso di farle trascrivere salvo poi verificarne l’utilizzabilità.
I fratelli Rotice sono accusati di corruzione elettorale insieme a Michele Romito cui avrebbero chiesto l’appoggio elettorale in occasione del ballottaggio per le elezioni amministrative del 2021, in cambio dell’interessamento del futuro sindaco per evitare lo smontaggio di parte del ristorante “Guarda che luna” di Romito. Quest’ultimo e l’avv. Salvemini rispondono di tentata concussione a dipendenti e amministratori comunali nell’inutile tentativo di evitare lo smontaggio del ristorante disposto dalla magistratura amministrativa. Salvemini è accusato anche di falso in concorso con Grazia Romito e Rotolo perché avrebbero tratto in inganno il Comune per consentire alla Romito di gestire tramite Rotolo un’agenzia di pompe funebri nonostante l’imprenditrice fosse destinataria di un’interdittiva antimafia.
Sempre Salvemini è accusato di corruzione insieme alla Galantino: quest’ultima per risolvere un conflitto di competenza tra due settori del municipio sollevato dalla società “Bar Centrale” di Romito, avrebbe accettato di seguire le prospettazioni di Salvemini che in cambio redasse gratuitamente una nota utile alla segretaria comunale per contrastare le accuse di mobbing che le erano state rivolte da un dirigente comunale. Infine Michele Fatone, già dipendente Ase, è sotto processo per 3 concussioni, 3 peculati, lesioni, stalking, violenza privata e tentata violenza privata ai danni di colleghi e manager dell’azienda per la raccolta rifiuti: avrebbe costretto alcuni colleghi a eseguire lavori di scavo in terreni di familiari utilizzando beni dell’Ase; avrebbe perseguitato un altro collega; picchiato (del pestaggio risponde anche il figlio Raffaele) un collega perché cambiasse il turno di lavoro al figlio; minacciato un manager dell’azienda (“questa te farò pagare”) perché l’aveva adibito a mansioni diverse. I 9 imputati respingono le accuse.