Nell’inchiesta della Procura della repubblica presso il Tribunale di Foggia sulle presunte certificazioni false che sarebbero state rilasciate da un centro di formazione autorizzato a organizzare corsi di formazione e addestramento dei lavoratori, finalizzati ad attestare da parte dei datori di lavoro il rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro, il pubblico ministero Roberta Bray ha chiesto al giudice per le indagini preliminare Michela Valente 13 misure cautelari: arresti domiciliari per 7 indagati, obbligo di firma in caserma per altri 6; e non come erroneamente scritto nell’edizione di ieri carcere per 7 indagati e domiciliari per altri 6.
I 13 indiziati, e con loro altre 22 persone per le quali dalla procura della repubblica di Foggia non sono state avanzate richieste di misure cautelari, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere e di una serie di falsi per fatti datati 2021/2022.
Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Foggia ha sentito i 13 indagati nei giorni scorsi in base al decreto Nordio (attuale ministro della Giustizia, ndr) che prevede interrogatori preventivi degli accusati prima di decidere sugli arresti, per valutare le versioni difensive e quindi pronunciarsi sulla sussistenza sia dei gravi indizi sia delle esigenze cautelari che giustifichino l’eventuale adozione di misure cautelari.