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Tentata estorsione del candidato a Foggia: l’imprenditore ha registrato tutto

 
Redazione Foggia

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Tentata estorsione del candidato a Foggia: l’imprenditore ha registrato tutto

Il costruttore sotto estorsione: “mi incontrai con Massimo Sireno a fine ottobre 2023. Gli chiesi perché mi cercasse insistentemente, disse che voleva 20mila euro. Lo mandai a quel paese, lui rispose minacciosamente: ‘se non mi dai il denaro che ti ho chiesto, ti sparo”

Domenica 09 Giugno 2024, 11:21

FOGGIA - Il costruttore sotto estorsione: “mi incontrai con Massimo Sireno a fine ottobre 2023. Gli chiesi perché mi cercasse insistentemente, disse che voleva 20mila euro. Lo mandai a quel paese, lui rispose minacciosamente: ‘se non mi dai il denaro che ti ho chiesto, ti sparo”. Il padre dell’imprenditore: “Sireno senza indugi avanzò la richiesta estorsiva a mio figlio con queste testuali parole: ‘tu mi devi dare quei soldi’. Mio figlio rispose che lui non avanzava nessuna somma di denaro da noi; Sireno gli disse: ‘tu fai una brutta fine, a lunedì non ci arrivi perché ti ammazzo’. Mio figlio poi mi fece capire che era una sorta di tangente, ma non mi riferì perché Sireno la pretendesse”. Il fratello della vittima: “Sireno mi disse di suggerire a mio fratello di non essere presuntuoso; di fare il bravo; di assecondarlo; che lui sapeva i lavori che la nostra azienda svolgeva presso i vari enti; che ci avrebbe fatto passare i guai. Insinuò che avessimo rapporti illeciti con le stazioni appaltanti dove avevamo vinto le gare, ed era per quello che pretendeva che acconsentissimo alle sue richieste, altrimenti avremmo passato i guai”.

Sono le denunce e le testimonianze dell’imprenditore edile del Subappennino dauno e dei suoi familiari gli elementi principali che il 6 giugno hanno portato agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico Massimo Sireno, 63 anni, di Foggia, titolare di una ditta individuale, accusato di concorso in tentata estorsione al costruttore. Presunto complice Francesco Melchiorre, 72 anni, pensionato pure posto ai domiciliari perché due giorni dopo le presunte minacce rivolte da Sireno all’imprenditore, avrebbe consigliato a quest’ultimo “di sistemare la situazione con Massimo: dagli una mano, tiene bisogno”. I due foggiani difesi dagli avv. Pier Giorgio Damato e Giulio Scapato, respingono le accuse. Sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza su ordinanze del gip Francesca Mannini richieste dal pm Roberto Galli. Per quanto scritto dalle Fiamme gialle in una nota stampa i 20mila euro chiesti da Sireno dovevano essere “un contributo elettorale per la campagna elettorale dell’indagato che fu candidato alla carica di consigliere comunale nelle elezioni a Foggia dell’ottobre scorso, tornata elettorale dalla quale fu escluso perché dichiarato incandidabile”.

L’imprenditore edile a metà dicembre denunciò alla Tenenza di Lucera della Gdf le richieste estorsive. Così descrisse l’incontro con Sireno a fine ottobre in un’area di servizio vicino Lucera. “Contattai Sireno tramite Melchiorre, dandogli appuntamento presso il distributore di benzina” il racconto della parte offesa “Preferii fare questo perché avevo paura che Sireno mi venisse a cercare sotto casa; temevo per l’incolumità della mia famiglia. Mi recai all’appuntamento insieme a mio padre, Sireno si presentò da solo: l’incontro durò pochissimo. Ero arrabbiato perché lui nei giorni precedenti mi aveva cercato telefonicamente, ma io avevo bloccato il numero. Quando gli chiesi perché mi cercasse insistentemente, disse che voleva da me 20mila euro. Lo mandai subito a quel paese, lui rispose minacciosamente: ‘se non mi dai il denaro che ti ho chiesto ti sparo’. Intimorito dalle minacce di morte e non avendo motivo di dargli i soldi che mi aveva chiesto, io e mio padre andammo via. Nel congedarmi ricordo d’aver detto a Sireno queste testuali parole: ‘vedi che ti ho registrato’”. Due giorni dopo il costruttore ricevette nella sede dell’impresa la visita di Melchiorre che gli avrebbe consigliato “di sistemare la situazione con Massimo; dagli una mano, tiene bisogno”.

“Quanto dichiarato dalla parte offesa” scrive il gip Mannini nell’ordinanza cautelare “ha trovato pieno e significativo riscontro nelle dichiarazioni rese da testimoni”. Ci sono poi i dati emersi dai tabulati telefonici dei cellulari di Sireno e parte offesa: i telefonini di indagato e vittima il 28 ottobre 2023, giorno dell’incontro con presunta richiesta di tangente seguite dalle minacce di morte, agganciarono celle telefoniche compatibili con il luogo dell’appuntamento. “In sostanza gli elementi ricavati dall’analisi dei tabulati telefonici corroborano la veridicità di quanto dettagliatamente denunciato dalla parte offesa”.

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