Sabato 06 Settembre 2025 | 08:20

Sostegno a scuola, la Procura di Foggia apre una nuova inchiesta

 
REDAZIONE PRIMO PIANO

Reporter:

REDAZIONE PRIMO PIANO

Sostegno a scuola, la Procura di Foggia apre una nuova inchiesta

Riflettori su un’avvocatessa di Stornarella. Accertamenti in corso dei carabinieri: boom anomalo di accessi ai percorsi formativi di specializzazione per l’insegnamento sul sostegno

Domenica 05 Maggio 2024, 10:12

È stato un boom anomalo di accessi ai percorsi formativi di specializzazione per l’insegnamento sul sostegno (il Tfa o tirocinio formativo attivo per intenderci) e il conseguente aumento degli ingressi nel mondo della scuola tramite corsie preferenziali a far accendere i riflettori alla Procura di Foggia.

I carabinieri di Stornarella, opportunamente delegati, stanno cercando da un paio di mesi, di fare chiarezza rispetto ad alcune denunce anonime molto circostanziate che riguardano decine di aspiranti docenti, compiendo interrogatori e controlli incrociati al fine di verificare la regolarità del conseguimento dei titoli di accesso alla professione e la veridicità dei punteggi culturali e di servizio dichiarati nelle graduatorie.

Stando a quanto si è appreso, le indagini ruoterebbero attorno al ruolo nevralgico che avrebbe ricoperto una avvocatessa di Stornarella, soprannominata ormai «lady Tfa» e avrebbero portato nelle ultime ore all’iscrizione di diverse persone nel registro degli indagati.

Un giro d’affari milionario che avrebbe avuto la professionista come regista, coinvolgendo tra Puglia e Basilicata diverse scuole private e enti di formazione.

La vicenda ricorda a grandi linee quella scoperta dalla Procura di Foggia una decina di anni fa con l’inchiesta denominata «Zero in condotta».

In quella occasione gli inquirenti hanno indagato su un vasto gruppo di insegnanti di sostegno che sarebbero riusciti a ottenere supplenze e persino l'assunzione scalando le graduatorie grazie a titoli di studio falsi. Furono in tutto cinquantasei le persone indagate, con una donna che finì ai domiciliari perché avrebbe venduto agli insegnanti i falsi titoli. Gli uomini della Guardia di Finanza riuscirono anche a individuare la stamperia dove venivano prodotti i certificati fasulli. Secondo l'accusa, la donna, con la collaborazione tecnica del titolare di una cartoleria di Lesina, avrebbe organizzato la falsificazione dei titoli vendendoli ai docenti a un prezzo che arrivava fino a 14.000 euro ciascuno. I docenti venivano anche «istruiti» sulle modalità di compilazione e di presentazione delle domande per la messa a disposizione e indirizzati sulla scelta degli istituti scolastici a cui inoltrarle.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)