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Manfredonia, dopo 22 mesi cade amministrazione Rodice

 
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Manfredonia, dopo 22 mesi cade amministrazione Rodice

Sciolto il consiglio comunale, si dimettono in 14. Lo sconcerto dell'arcivescovo

Mercoledì 06 Settembre 2023, 11:22

12:58

MANFREDONIA - «La notizia della caduta dell’Amministrazione Rotice e del Consiglio comunale di Manfredonia preoccupa e sconcerta la maggior parte dei cittadini con i quali desidero condividere qualche sentimento, approfondimento e provocazione che il momento suggerisce». Lo afferma in una nota l’arcivescovo di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo, Franco Moscone, in relazione alla notizia delle dimissioni di 14 consiglieri che hanno così determinato la caduta del sindaco Gianni Rotice e lo scioglimento del consiglio. Rotice era stato eletto 22 mesi fa, dopo che il Comune era stato sciolto per infiltrazioni mafiose ad ottobre del 2019.

«Qualcuno forse si chiederà perché al cuore di un Vescovo, di una Chiesa, interessi parlare di vita pubblica della città. Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». «Lo smarrimento per questa improvvisa crisi politica - continua padre Moscone - il post crisi della politica locale che stiamo per vivere, le ferite inferte alla legalità, le lentezze nel ripartire dopo l’esperienza del già sperimentato e lungo commissariamento della città, non devono farci smettere di credere che esiste ancora il sogno di una buona cosa pubblica e che questo sogno, a Manfredonia, è realizzabile con il contributo e l’impegno di tutti».

Padre Moscone ringrazia il sindaco Rotice, l’Amministrazione e il Consiglio Comunale uscenti che, «dopo l’esperienza del Commissariamento, hanno cercato di riportare la regolare dinamica politica nella vita pubblica e nel perimetro costituzionale. La politica, conclude, sia veramente la modalità di esprimere la carità nella cosa pubblica». 

SINDACO SFIDUCIATO: HO AVUTO LA SCHIENA DRITTA

«Sono stato un sindaco di rottura, ho scoperto i coperchi di troppe pentole, sono stato troppo con la schiena dritta. Lo so e non me ne pento. Vado a casa a testa alta. Manfredonia, nel foggiano, aveva bisogno di discontinuità e energie nuove per ripartire davvero, evidentemente non era l’obiettivo principale e l’interesse anche di qualcuno a me vicino». Lo ha detto il sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice, a capo di una giunta di centrodestra, sfiduciato da 14 consiglieri che si sono dimessi determinando lo scioglimento del consiglio comunale.

«Il mio orizzonte - prosegue - è sempre stato il bene comune e non aspetti elettoralistici e/o di altra natura economica o di mantenimento di atavici equilibri. Con caparbietà e con scelte impopolari, siamo venuti a capo di diverse ed ingarbugliate questioni amministrative che affannavano l’operatività della tecnostruttura. Un Comune in riequilibrio finanziario per 30 milioni di euro fino al 2046 e che ereditava un commissariamento per scioglimento per mafia. Non ho nulla da recriminare sul mio operato, ma tante cose da raccontare ai cittadini. Lo farò presto con la mia solita schiettezza e semplicità». «Andare a casa per un patto tra chi è al governo e le forze di opposizione - conclude - è innaturale, ma forse è uno degli episodi più normali tra quelli accaduti».

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