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Salandra, il pallone e poi la politica: «A Foggia, l'unico mezzo per aggregare la gente»

Salandra, il pallone e poi la politica: «A Foggia, l'unico mezzo per aggregare la gente»

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

Salandra, il pallone e poi la politica: «A Foggia, l'unico mezzo per aggregare la gente»

Conosciamo l'imprenditore che ha messo su la cordata che vuol comprare il club calcistico: «C'è bisogno di un risveglio sociale»

Domenica 23 Luglio 2023, 13:14

FOGGIA - C'era una volta Antonio Salandra, primo presidente del Consiglio foggiano (di Troia), in epoca giolittiana. Poi arrivò oltre un secolo dopo Giuseppe Conte. Adesso quasi per una sorta di consecutio temporum eccone un altro di Salandra ... Antonio. Che non coltiva aspirazioni di fare il premier (almeno non dichiarate), ma la sua irruzione sulla scena foggiana è stata ugualmente fragorosa ed a tutto campo. Salandra si è infatti proposto come sorta di capo-cordata di un gruppo di imprenditori che ha provato e forse vorrebbe ancora provarci a soffiare il Foggia dalle mani di Canonico. Ma Salandra vuol fare di più, il Foggia - dice - può essere solo il primo passo di un risveglio sociale, obiettivo le elezioni per il sindaco del 22-23 ottobre.

Cominciano dal Foggia, Canonico vi ha preso a male parole. Rinuncerete?

«Noi abbiamo agito con convinzione e serietà. Ma per dialogare bisogna essere in due e poi bisogna tener conto che se non risolve il contenzioso con Pintus (il 49% del club di nuovo nelle mani dell'imprenditrice di Cagliari: ndr) la società è invendibile».

Il Foggia nella sua idea è però solo un punto di partenza. Dove vuole arrivare?

«Il Foggia non può essere il capriccio di un singolo, è un bene importante di questa comunità. È perciò importante il coinvolgimento del tessuto produttivo del territorio e delle altre sue componenti. Se si vuol dare significato e continuità alle cose, bisogna ragionare in prospettiva e in relazione ai tanti problemi che il territorio deve affrontare».

E dunque partendo dal calcio pensa che si possa allargare il ragionamento.

«Ecco, questo può essere il contributo che questa esperienza può offrire alla città, partendo dalla consapevolezza che il Foggia catalizza l’interesse di buona parte dei cittadini. Per alcuni il calcio è uno strumento dietro cui nascondere i problemi, io invece penso che può rappresentare un momento di aggregazione foriero di un coinvolgimento più complessivo».

Lei è tifoso, ma anche un imprenditore ben posizionato su due business importanti come le energie rinnovabili e il compostaggio dei rifiuti. Come se lo immagina il futuro di questa provincia?

«È un territorio ricco di potenzialità: lo dimostra il fatto che imprese locali sono riuscite ad emergere sfruttando le opportunità che esso offre. Ora bisogna fare un salto di qualità, andare oltre gli interessi singoli ed aprirsi per affrontare insieme i problemi in termini di sistema. Ciò comporta uno sforzo, e all’inizio qualche rinuncia, ma alla lunga è l’unico modo per provare a cambiare le cose».

Il calcio e la politica. Alle prossime elezioni per il sindaco di Foggia lei sarà parte attiva?

«Ho le mie idee, ci vuole coraggio e spirito d'iniziativa. Mi farebbe molto piacere la candidatura di Marcello Salvatori, persona competente e capace e in grado a mio avviso di fare massa critica».

Il primo approccio con il Foggia però non è andato a buon fine. Forse vi conviene invertire l'ordine dei fattori.

«Finchè la situazione resta questa, sarà molto difficile fare passi avanti. Ma il tempo stringe, vediamo cosa succede».

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