FOGGIA - Princes e Oxfam Italia (associazione in prima linea contro ogni forma di disuguaglianza) hanno presentato la prima ricerca condotta in Capitanata sulle condizioni di lavoro nei campi nella filiera di Princes Industrie Alimentari. Dall’indagine viene fuori una realtà diversa rispetto alla narrazione che si è affermata storicamente in Capitanata sul lavoro bracciantile nei campi, i casi di sfruttamento e di schiavitù, come peraltro le inchieste della magistratura testimoniano. Princes e Oxfam certificano invece «la piena regolarità rispetto alla situazione contrattuale (il 100% dei lavoratori ha confermato di avere un contratto scritto e di aver trovato il lavoro in maniera regolare, senza ricorrere a intermediari); la ricezione, da parte del 90% circa dei lavoratori, di uno stipendio adeguato a coprire i bisogni primari propri e delle loro famiglie compreso alloggio, cibo e trasporti; un senso diffuso (per il 70% dei lavoratori intervistati) di equità di trattamento economico rispetto ai propri colleghi».
Giorgia Ceccarelli di Oxfam ha spiegato i criteri adottati per l’indagine in Capitanata: «Lavoriamo in 90 paesi nel mondo. Testimoni diretti di come i meccanismi di mercato a livello globale abbiano raggiunto paradossi incredibili. Povertà da un lato e sprechi dall’altro. Nella quasi totalità dei casi le filiere caporalato sono tutte uguali nel mondo e si originano da meccanismi inceppati. Grandi aziende hanno un ruolo potentissimo per invertire la rotta con attivazione di meccanismi virtuosi. Noi siamo entrati in campo nella seconda fase del contratto di filiera con Coldiretti, lavorando sulla consapevolezza della conoscenza dei contratti dei lavoratori delle imprese e dei lavoratori». L’audit ha coinvolto 218 persone che hanno compilato un questionario «che ci ha aiutato a capire cosa succede nei campi e cosa noi potessimo fare». Intervistati il 97% uomini, 19-62 anni (età media 30) quasi tutti di origine africana (75%). La maggioranza è da più di 5 anni in Italia, ma il livello conosciuto della lingua italiano è scarso.
Centrale per il raggiungimento di questi risultati per Princes il contratto di filiera con Coldiretti che garantisce ai produttori della provincia di Foggia prezzi più remunerativi (in media) rispetto a quelli praticati sul mercato, pari a un prezzo base di 145 euro/tonnellata per il pomodoro lungo e 140 euro per il tondo: «Per garantire l’affermazione del pomodoro 100% etico e Made in Capitanata - ha detto Gianmarco Laviola, amministratore delegato di Princes Industrie Alimentari - è necessario rinsaldare e rendere fattiva la collaborazione tra tutte le parti votata ad un unico obiettivo, veicolando investimenti e impegno a favore della sostenibilità sociale, economica e ambientale della filiera e dell’evoluzione in chiave 4.0 del settore. La ricerca che abbiamo condotto con Oxfam Italia è uno dei frutti di questo impegno e mostra come le azioni congiunte e la condivisione di obiettivi possano generare benefici concreti sulla comunità cui ci rivolgiamo».