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Foggia, minacce ai fantini per pilotare le scommesse, condannati i tre del clan estorsioni

 
Redazione Foggia

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Foggia, minacce ai fantini per pilotare le scommesse, condannati i tre del clan estorsioni

All'ippodromo dei Sauri; la pronta denuncia alla direzione della gara e l’arrivo dei Carabinieri ha fatto luce sulla vicenda avvenuta nel 2017

Sabato 01 Luglio 2023, 14:48

17 Novembre 2024, 20:50

FOGGIA - «Il pomeriggio del 19 ottobre 2017 dovevo partecipare a una gara di trotto all’ippodromo di Castelluccio dei Sauri: nel recinto delle scuderie fui avvicinato da tre sconosciuti, uno mi minacciò avvertendomi che non sarei dovuto arrivare entro le prime tre posizioni perché quella era casa loro. Risposi di non poter sottostare a quelle richieste; un altro fantino impegnato nella stessa corsa mi disse d’aver subito poco prima analoghe minacce, insieme informammo il presidente di giuria di quanto successo, avevo paura di tornare a casa dovendo fare 200 chilometri: la gara fu sospesa, arrivarono i carabinieri e mi interrogarono”. Così R.G. fantino campano interrogato in Tribunale a Foggia nel processo “Decimabis” a 13 foggiani accusati a vario titolo di mafia, 4 estorsioni, 1 tentativo di estorsione e turbata libertà degli incanti. Del tentativo di estorsione ai 2 fantini (l’altra vittima fu interrogata nell’udienza del 18 gennaio) risponde Michele Gelormini, a piede libero e che si dice innocente: la vittima ha detto di conoscere l’imputato perché proprietario di cavalli e quindi escluso che fosse uno dei tre sconosciuti che lo minacciarono.

In “Decimabis” sono 4 gli imputati accusati del ricatto ai 2 fantini; oltre a Gelormini, ci sono 3 foggiani condannati in primo grado con rito abbreviato dal gup di Bari il 18 ottobre 2022: 8 anni e 4 mesi a Francesco Tizzano per 6 estorsioni, 2 tentate estorsioni, e turbativa d’asta; 7 anni e 4 mesi a Francesco Pesante per 2 estorsioni e 2 tentativi di estorsione; 5 anni e 8 mesi a Ivan Emilio D’Amato per 1 estorsione e 2 tentate estorsioni.

“La vicenda è stata ricostruita - ha scritto il gup di Bari Valeria Isabella Valenzi nel motivare le tre condanne - in base a intercettazioni e testimonianze. Tizzano e Alessandro Aprile” (condannato a 10 anni e 6 mesi per 6 estorsioni e 1 tentata estorsione) “decisero di pilotare le scommesse all’ippodromo con l’imperativo categorico che i cavalli sarebbero dovuti arrivare al traguardo secondo le loro decisioni”. Aprile: “La dobbiamo apparecchiare un’altra volta”. Tizzano: “Hai voglia che dobbiamo apparecchiare un’altra volta; gli 8 cavalli devono arrivare come diciamo noi; mandi un cristiano a Foggia e gli dici vai a giocare questi così”. L’intenzione era corrompere fantini e pilotare le corse. “Senonchè la mattina del 14 ottobre 2017, Gelormini spiegò a Aprile che non era opportuno corrompere i fantini nelle corse diverse dalla Tris, perché la giuria di gara che seguiva i cavalli durante la competizione si sarebbe accorta dalle movenze dei fantini che avrebbero dovuto trattenere i cavalli e la gara sarebbe finita sotto inchiesta”. Così l’intercettazione: “Ti bloccano la gara, ti danno i soldi indietro: sta la giuria nella macchina e vede che quello lo trattiene”.

“Dalle conversazioni captate il 19 ottobre 2017” l’analisi del gup “emerge che Gelormini raccontò a Aprile d’aver minacciato i fantini intimandogli di farsi da parte, di non arrivare nelle prime posizioni. A seguito delle minacce ricevute, i fantini s’erano rivolti alla segreteria di gara per comunicare quanto accaduto: la gara fu sospesa e vennero chiamati i carabinieri”. Questa l’intercettazione. Gelormini: . Aprile: “E hanno bloccato la corsa. Là fanno un’indagine”. Gli avv. Paolo D’Ambrosio e Massimo Garruto rimarcano che i due fantini hanno escluso che fosse Gelormini uno degli uomini che li minacciarono.

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