FOGGIA - La vertenza della G&W Electric non finisce di stupire. I novanta lavoratori per i quali l’azienda ha aperto la procedura di mobilità, erano appena rientrati ieri da due settimane di ferie forzate quando è stata loro recapitata la comunicazione di una terza settimana da trascorrere ancora in ferie. Contravvenendo così a tutte le regole sindacali e morali: sindacali, poichè l’azienda a norma di contratto può collocare in ferie i lavoratori per non più di due settimane, se c’è necessità di una terza settimana la questione va affrontata nel merito con le rappresentanze sindacali (oltretutto non tutti i lavoratori hanno ferie dispnibili). Morali perchè la comunicazione è stata recapitata via whatsapp, seguendo il metodo più sbrigativo e meno formale che ci sia.
Ma l’azienda americana può permettersi tutto questo? «Il nostro sindacato, la Fiom Cgil, ha denunciato la G&W per comportamento antisindacale, attendiamo la convocazione dell’udienza dal giudice», informa Cristian Tricarico della Rsu aziendale. «Attendiamo anche la convocazione da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy: pensavamo che ci chiamassero ai primi di maggio, da quel che ci è dato sapere il ministero ha chiesto alla proprietà americana l’utilizzo di altri strumenti meno brutali se proprio vuole disfarsi dei lavoratori (non è stata chiesta un’ora di cassa integrazione: ndr), oltretutto - aggiunge Tricarico - non sono chiare nemmeno le procedure di vendita del sito industriale di Foggia: chi vuol rilevare lo stabilimento deve rivolgersi direttamente nell’Illinois, dove c’è la sede della G&W, non comunicarlo al liquidatore aziendale come sarebbe anche più facile e immediato».
La verità che sembra trasparire in controluce è che la società americana non avrebbe alcuna intenzione di disfarsi dell’impianto. Ma solo dei lavoratori. Cosa se ne farebbero soltanto dello stabilimento? «Da quello che si intuisce non vogliono vendere - dice il rappresentante dei lavoratori - secondo il nostro punto di vista vogliono tenersi la proprietà dell’immobile e affidare la gestione ad altre aziende interessate a investire in zona: l’impianto per come è strutturato può essere divisibile per varie e altro tipo di attività industriali».
Da questo punto di vista i lavoratori sarebbero solo un ostacolo, per questo la G&W intende disfarsene il prima possibile. Solo che vorrebbe adattare le procedure, evidentemente più sbrigative, americane nelle more della legislazione italiana che prevede forme di garanzia per fortuna un po’ più affidabili per i lavoratori. La partita potrebbe risolversi con un accordo di conciliazione, come quello messo sotto il naso dei lavoratori qualche settimana fa: solo che l’accordo prevedeva un incentivo all’esodo considerato «non congruo» dai lavoratori che abbandonarono il tavolo. Possibile che l'azienda rilanci l'offerta, aprendo un po' di più il cordone della borsa.