FOGGIA - Il pm Dominga Petrilli ha chiesto 10 condanne per complessivi 44 anni di carcere nel processo in corte d’assise per la morte di Giuseppe Dell'Accio, foggiano che 8 anni fa sarebbe stato vittima di un pestaggio per gelosia. Il decesso avvenne 4 giorni dopo, anche perché i medici non si sarebbero accorti che le lesioni provocate dalle botte avevano causato la rottura della milza, stando alla ricostruzione dell’accusa contestata dai difensori dei 10 imputati.
Il pm ha chiesto 18 anni di reclusione a testa per i fratelli Massimiliano e Federico Russo di 47 e 45 anni, foggiani, residenti al palazzo ex Onpi dove viveva anche la vittima Giuseppe Dell’Accio, 52 anni, deceduto il 2 dicembre 2015. I due imputati si dicono innocenti: sono accusati di omicidio preterintenzionale; avrebbero pestato Dell’Accio, accusandolo di aver coperto un amico che aveva una relazione sentimentale con una parente dei Russo.
Il pm ha poi chiesto 1 anno di reclusione per omicidio colposo, con sospensione della pena, di 8 medici della divisione di neurochirurgia degli ospedali riuniti dove il paziente fu ricoverato dalla sera del 28 novembre al 2 dicembre; nuovo ricovero d’urgenza la sera di quello stesso giorno e mezz’ora dopo il decesso. I medici in attesa di giudizio sono Gaetano Merlicco, 72 anni, direttore del reparto; i colleghi Arturo Berardi, 41 anni, di San Nicandro Garganico; i foggiani Maurizio Gladi, 44 anni; Vincenzo Antonio Bozzini, 59 anni; Raffaele d’Addetta, 67 anni; Michele Dirodi, 69 anni; Gaetano Foglio, 57 anni; e Gaetano Rizzi, 52 anni. “A fronte di un quadro clinico connotato da persistente dolore localizzato all’emicostato e in assenza di fratture, omisero” recita il capo d’imputazione “di disporre un emocromo di controllo, l’ecografia addominale, una tac total body, una risonanza magnetica che avrebbero consentito di diagnosticare” la lesione della milza.
La sorella della vittima si è costituita parte civile con l’avv. Paolo Ferragonio che concordando con le conclusioni del pm ha chiesto condanne e risarcimento danni. Gli avv. Giulio Scapato e Andrea Castronovi hanno chiesto l’assoluzione dei fratelli Russo, sostenendo che non c’è prova del pestaggio al di là delle dichiarazioni confuse rese dalla vittima ad alcuni familiari; e come seconda istanza hanno sollecitato la condanna al minimo della pena per il reato di lesioni, sul presupposto che Dell’Accio morì per errore medico. Nessun errore o colpa dei sanitari, la tesi dell’avv. Gianluca Ursitti che ha chiesto l’assoluzione degli 8 medici: Dell’Accio al momento del ricovero riferì d’essere stato investito da un’auto pirata, non parlò affatto del pestaggio, per cui – la tesi difensiva – i medici del reparto di neurochirurgia verificarono che non avesse subito traumi alla testa e al petto; la rottura della milza non era diagnosticabile perché il sospetto clinico non era orientato in quella direzione. Sentenza tra un mese.
Massimiliano e Federico Russo sono a piede libero per l’accusa di omicidio preterintenzionale; Federico Russo è detenuto in carcere dal 17 febbraio 2022 quando fu fermato dalla squadra mobile su decreto della Dda per detenzione e porto illegale di materiale esplodente e tentata estorsione aggravati dalla mafiosità, per la bomba esplosa la notte del 9 gennaio di un anno fa davanti al pub Poseidon di via Ciancarella nel centro storico di Foggia, imputazioni per le quali è stato recentemente condannato a 6 anni e 6 mesi in primo grado dal gup del Tribunale di Bari.