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Lucera, proroga delle indagini per gli abusi al «Don Uva»

 
Lucera, proroga delle indagini per gli abusi al «Don Uva»

Ci sono 74mila intercettazioni audio video da riversare

Sabato 18 Marzo 2023, 15:57

LUCERA - ll pm Pietro Iannotta ha chiesto al gip la proroga delle indagini sino a ottobre sui presunti maltrattamenti ai danni di 25 pazienti oligofrenici ricoverati nella residenza socio sanitaria riabilitativa presso l’ospedale “Don Uva” di via Lucera. L’inchiesta “New life” è sfociata nel blitz del 24 gennaio quando i carabinieri del nucleo investigativo eseguirono 30 ordinanze cautelari del gip Marialuisa Bencivenga (7 in carcere, 8 ai domiciliari, 15 divieto di avvicinamento alle parti offese e/o di dimora presso la struttura sanitaria) nei confronti di 19 operatori socio sanitari, 8 infermieri, 2 educatori professionali, 1 addetto alle pulizie. Sono accusati a vario titolo di 19 episodi di maltrattamenti sotto forma di schiaffi, spintoni, strattonamenti, insulti, minacce, umiliazioni; 13 sequestri di persona con degenti chiusi nelle stanze e nella mensa; 2 violenze sessuali, una per presunti palpeggiamenti su una donna con grave ritardo mentale e l’altra per aver indotto due degenti oligofrenici a compiere atti sessuali; e favoreggiamento per la ricerca e disattivazione di telecamere e microspie piazzate dai carabinieri nel reparto femminile (19 delle 25 parti offese sono donne) al terzo piano del plesso B.

La richiesta di proroga è stata avanzata per 18 indagati poi finiti in carcere, ai domiciliari o raggiunti da misure interdittive: i loro nomi furono i primi a essere iscritti il 5 luglio del 2022 nel registro degli indagati; ai 18 indagati (i nomi degli altri 12 furono iscritti nelle settimane successive man mano che da intercettazioni e riprese video sarebbero emersi indizi a loro carico) e ai loro difensori è stata notificata la richiesta del pm. Che l’indagine sui presunti maltrattamenti al “Don Uva” sarebbe stata lunga era immaginabile: microspie e telecamere hanno registrato e filmato h24 quanto succedeva nel reparto per un paio di mesi, dal 6 luglio ai primi di settembre 2022, quando le telecamere furono scoperte nelle stanze 2 e 4 da alcuni indagati e vennero ruotate in modo da oscurare le riprese: le intercettazioni audio proseguirono invece sino al 24 settembre quando il pm ne dispose la cessazione.

La mole di lavoro ancora da svolgere emerge anche da una nota dei carabinieri dei primi di febbraio, in cui si dava atto di ben 74mila intercettazioni audio/video da trascrivere e riversare. Da qui la necessità di prorogare le indagini. “Il primo marzo 2023 scade il termine di sei mesi dal giorno dell’iscrizione nel registro degli indagati dei 18 indiziati” ha scritto nelle settimane scorse il pm Iannotta al giudice per le indagini preliminari “e entro tale termine le indagini preliminari non possono concludersi. C’è l’esigenza di svolgere ulteriore attività di ricerca degli elementi di prova in grado di comprovare la fondatezza delle ipotesi di reato fino formulate; il che rende indispensabile la prosecuzione delle indagini che non potranno essere dunque ultimate entro il loro termine ordinario di durata. Ritenuto pertanto che le circostanze illustrate, unitamente alla considerazione dei rivelanti carichi di lavoro di cui la Procura è notoriamente gravata, costituiscano giusta causa di proroga delle indagini”, il pm ha chiesto al gip di prorogare le indagini di sei mesi, termine che scade il primo ottobre contando anche il mese di sospensione feriale dei termini. In autunno si vedrà se la Procura chiederà una seconda (e sarebbe comunque l’ultima) proroga di altri 6 mesi delle indagini.

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