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Da San Severo ecco lo scalatore delle vette «impossibili»

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

Da San Severo ecco lo scalatore delle vette «impossibili»

È l’unica persona che ha percorso l’Islanda dal Circolo Polare Artico all’Atlantico. E ora la sua storia arriva al cinema

Mercoledì 04 Gennaio 2023, 13:29

SAN SEVERO  - «I palestinesi hanno una parete fisica e mentale. Ognuno ha il suo muro e per scalarlo lo devi conoscere. Quindi ora sto cercando di scalare il mio muro». A dare voce e sentimento alla scalata dell’Everest di Alaa AlJuneidi, che nasconde una storia familiare nata ad Hebron, è il regista-esploratore di San Severo Leonardo Avezzano. La promessa che il giovane Alaa fa sul letto di morte al padre che per lui è un idolo - passato dalla vendita di latte dal retro della sua bicicletta a un impero lattiero-caseario - diventa The Promise. Il lungometraggio di 84 minuti, che descrive la scalata che racchiude la chiave di un destino umano, ha conquistato l’Amsterdam International Film Festival 2022 come miglior documentario e miglior opera registica prima. Semifinalista al New York Dumbo Film Festival, The Promise è in corsa come miglior documentario al prossimo Snowdance International Film Festival in Germania.

«Dopo le successive partecipazioni alle rassegne di Praga, Austin, Melbourne e Tokyo, renderemo disponibile l’opera sulle piattaforme internazionali» sottolinea alla «Gazzetta» Avezzano, il cui amore per il cinema «in presa diretta» è generato dalla passione di avventuriero del pianeta. È l’unica persona che ha percorso l’Islanda dal circolo polare artico all’Atlantico e ha attraversato il più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajokull, passando nel più grande deserto di lava d’Europa nella peggiore estate degli ultimi cento anni, in solitaria e senza supporto, trovando l’attenzione giornalistica di National Geographic Open Explorer.

I lavori cinematografici di Avezzano sono pervasi da una corrente umanitaria. L’esploratore classe 1981 è ambasciatore di Inara, una no profit che offre cure mediche e mentali ai bambini colpiti dalla guerra. Con le sue spedizioni e progetti ha raccolto centinaia di migliaia di dollari devoluti a Inara e ha appena concluso di girare il suo nuovo film con la giornalista della Cnn Arwa Damon Three wars, one summit (Tre guerre, una vetta), dove Leonardo ha portato sull’apice del Kilimanjaro quattro rifugiati dai conflitti. Il siriano Adnan è sulla sedia a rotelle dai suoi 14 anni per colpa di un cecchino. Shaqayeq è fuggita dall’Afghanistan dopo che i talebani hanno ucciso il padre e minacciavano la sua vita e quella della madre. Lei è la prima afgana ad aver scalato il Kilimanjaro. Tania ha perso i suoi cari nei bombardamenti che hanno disintegrato l’Ucraina. Safa ha subìto ustioni su tutto il corpo dopo aver salvato i suoi fratelli nella casa in fiamme dopo i bombardamenti in Siria.

«Il vero nome del Kilimangiaro (5895 metri) è Uhuru, che significa Libertà, nome appropriato per il messaggio che volevano portare in cima» spiega Avezzano, il quale è anche co-fondatore di Human Material Loop, società di innovazione che si concentra sull’utilizzo di capelli di scarto per lo sviluppo di prodotti ad alte prestazioni con l’obiettivo di consentire agli esseri umani di combattere gli effetti inquinanti dell’industria tessile. La capacità di leader di equipe commerciali ed imprenditoriali - come responsabile del prodotto di Philips hue ha trasformato con successo un’idea da start up a società leader redditizia in 4 anni, trovando menzione nel Keynote di Apple - spingono Avezzano a lottare per la difesa del pianeta. Come responsabile della valorizzazione della no profit The Ocean Clean Up, il sanseverese ha strutturato una catena del valore circolare in cui la plastica raccolta nella «grande zona di immondizia del Pacifico» è stata riciclata e trasformata in prodotti di ricchezza il cui 100% dei proventi è stato reinvestito nella pulizia dell’oceano.

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