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Foggia ricorda Marcone, dopo 27 anni l'omicidio è ancora irrisolto

 
Redazione Foggia

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Foggia, il monumento a Marcone e i figli

Oggi le iniziative in sua memoria. Il direttore dell'Ufficio del registro venne freddato a colpi di pistola mentre rientrava a casa

Giovedì 31 Marzo 2022, 12:37

17:30

FOGGIA - Ventisette anni fa la morte di Francesco Marcone, il direttore dell’ufficio del registro di Foggia, ucciso con due colpi di pistola mentre rientrava nella sua abitazione. Ventisette anni di dolore, solitudine ma anche di reazione civile, sia pur graduale, di fronte a quello che ancora oggi rimane un caso irrisolto dalla magistratura. L’indagine sulla morte di Francesco Marcone, infatti, ha subito varie archiviazioni: la prima nel 1998. L'anno successivo tuttavia viene aperta una nuova inchiesta, ma il procedimento non trova sospetti e viene nuovamente archiviato nel luglio del 2000. La famiglia di Marcone insiste per riaprire le indagini e nel 2001 ottiene altri 6 mesi di indagini. Nel 2004 il caso sull'omicidio di Francesco Marcone viene definitivamente archiviato senza colpevoli e senza arresti; il caso è rimasto irrisolto.

Francesco Marcone non è stato dimenticato: la sua città ha una piazza ed un monumento a perenne memoria, la Fondazione dei Monti uniti di Foggia da anni assegna una borsa di studio agli universitari foggiani, fino a qualche anno fa la Provincia di Foggia aveva la Scuola superiore di pubblica amministrazione intitolata proprio a Marcone e sacrificata sull’altare delle razionalizzazioni con la riforma delle Province voluta dall’alto.

Oggi a Foggia ci saranno una serie di iniziative: la prima alle 16, presso la stele commemorativa davanti alla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Foggia.

«Quando si hanno responsabilità nei confronti della collettività, come accade a chi presta servizio in Agenzia delle Entrate, occorre avere il coraggio di non voltare la testa e fingere di non vedere. Proprio come ha fatto Francesco Marcone col suo rigore morale. Ecco perché ricordare la sua figura, di cui dobbiamo essere orgogliosi», ha detto il direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini. Alla cerimonia interverranno il commissario straordinario del Comune di Foggia, Sebastiano Giangrande, il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate della Puglia, Michele Andriola, il direttore provinciale delle Entrate di Foggia, Michele Gammarota. Nel corso della commemorazione, dinanzi la stele in memoria di Marcone, verrà deposta una corona d’alloro da parte dell’Amministrazione Comunale.

La giornata proseguirà alle 17,30 presso l’auditorium della Biblioteca “La Magna Capitana” di Foggia, con il seminario “Contro la corruzione in memoria di Francesco Marcone”. All’incontro parteciperanno la direttrice del Polo Biblio-Museale, Gabriella Berardi, il procuratore della Repubblica di Foggia, Ludovico Vaccaro, la referente del Presidio Libera Foggia, Federica Bianchi, e i figli di Francesco Marcone, Daniela e Paolo. Tra i relatori, oltre al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ci saranno Antonio Laronga, procuratore aggiunto di Foggia, e Alberto Vannucci, professore di Scienza politica presso l’Università di Pisa.

IL RICORDO - «L'unico modo per onorare il suo sacrificio, l’unico modo per ricordarlo realmente, per dare un senso alla nostra presenza qui è che nessuno di noi, come cittadini, come dipendenti pubblici, funzionari dello Stato o dipendenti dell’Agenzia, se ha soltanto il minimo sentore il più vago, minimo, sentore di un’illegalità non si volti dall’altra parte» ma «abbia il coraggio di servire lo Stato fino in fondo e denunciare quello che deve essere denunciato. Perché altrimenti tutto questo non ha senso, questa stele non ha senso né il suo sacrificio». Lo ha detto da Foggia, Ernesto Maria Ruffini, direttore Agenzia delle Entrate ricordando Francesco Marcone, direttore dell’ufficio del registro del capoluogo dauno assassinato 27 anni fa. I suoi killer non sono mai stati identificati. «Sono passati 27 anni da quando dei vigliacchi, che per 27 anni si sono nascosti vigliaccamente nell’omertà dei cittadini di Foggia, di quei cittadini di Foggia che sanno e non parlano, hanno privato di un servitore dello Stato, la sua famiglia e lo Stato che stava servendo», - ha aggiunto Ruffini - che ha chiesto che «nessuno si volti dall’altra parte per quieto vivere». «Lo Stato lo si serve fino in fondo - ha continuato -, bisogna coltivare la speranza di una società migliore e lo si fa così assumendoci tutti noi la responsabilità delle scelte ogni giorno». «Non esiste il quieto vivere quando si serve lo Stato, esiste fare il proprio dovere fino in fondo - ha ribadito - ed è con questo auspicio, con questo invito, con questo dovere che possiamo meritarci di stare qui oggi altrimenti, stiamo calpestando la sua memoria». «L'augurio è che la comunità di Foggia come tutta quella italiana possa onorare questi esempi e costruire una comunità migliore», ha concluso.

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