L’attenzione adesso è concentrata sui pazienti fragili: «Il titolo anticorpale dopo 3-4 mesi decresce, nei fragili la risposta è ancor più ridotta per questo si infettano», risponde il professor Sergio Lo Caputo, direttore dell’unità Covid del policlinico di Foggia.
Omicron ha ripreso a circolare con una forza inattesa, neanche a farlo apposta quando la gente ha cominciato a togliere la mascherina.
«Un po’ tutti abbiamo abbassato la guardia, adesso è più facile infettarsi perché ci sono gli asintomatici in giro. I non vaccinati sono i più a rischio, oltre ai fragili naturalmente. Bisognerebbe ripristinare quel minimo di regole che ci hanno permesso finora di combattere efficacemente la pandemia».
Che rischi corre chi ha fatto tre dosi e non ha altri problemi di salute?
«Possono infettarsi anche loro, ma in maniera decisamente più blanda rispetto ai rischi che c’erano prima».
Dei no-vax non si sente quasi più parlare.
«Continuano invece ad arrivare in ospedale, la maggior parte rifiuta qualsiasi tipo di cura. Ci sarebbe da chiedersi cosa siano venuti a fare allora. Il problema è che quando si decidono a farlo hanno già infettato tanta gente, i parenti che gli stanno intorno innanzitutto. Ho visto anziani genitori morire per colpa di figli che non volevano vaccinarsi».
Teme una nuova ondata negli ospedali?
«Possibile. Il carico sugli ospedali è dovuto soprattutto ad anziani fragili e immunodepressi, nelle loro condizioni è concreto anche il rischio di contrarre il virus in reparto. Il passo che andrebbe fatto a mio avviso sarebbe smantellare i reparti Covid, isolare questi pazienti nei reparti di competenza. Un po’ come succedeva con l’influenza».
La cura con gli anticorpi monoclonali è ancora efficace?
«Certamente. Monoclonali e antivirali, i primi sono più efficaci e vengono somministrati ai pazienti fragili. Stiamo trattando così centinaia di persone con ottimi risultati. L’antivirale deve esser somministrato ancor prima, ma non sappiamo quanto sul soggetto vaccinato questo aiuti. Quel che conta è la precocità della diagnosi sui pazienti fragili. Fare il tampone dopo 10 giorni non ha più senso».