FOGGIA - La prefettura di Foggia ha revocato l'interdittiva antimafia disposta nel settembre 2019 nei confronti della società CTM di Foggia degli imprenditori Giovanni Trisciuoglio, presidente della società e cugino di Federico Trisciuoglio, esponente di spicco della criminalità di Foggia, e Marco Insalata, amministratore CTM. Anche il Tribunale di prevenzione nei giorni scorsi ha revocato il controllo giudiziario dell’azienda, disposto nel marzo 2020 su richiesta della stessa società. A distanza di due anni secondo i giudici "l'attività di monitoraggio si è rivelata in concreto idonea a schermare la realtà aziendale dalla originaria esistenza di quei rischi di contaminazione posti a fondamento della informativa». I sospetti di infiltrazione mafiosa nella società CTM, che ha diversi appalti in corso con enti pubblici, come quello con il Comune di Foggia per la realizzazione delle cappelle nel cimitero o quello per i lavori nel quartiere fieristico, fanno anche parte del materiale probatorio posto a fondamento del provvedimento di commissariamento del capoluogo dauno. Oggi la prefettura, dopo 2 anni e mezzo, ha riconosciuto il «percorso di collaborazione attiva» dei due imprenditori con l’autorità giudiziaria, i quali hanno «denunciato le richieste estorsive" subite dalla criminalità mafiosa foggiana e consentito di «disvelare il sistema delle estorsioni mafiose». Nel processo "Decimabis» attualmente in corso nei confronti della batteria mafiosa Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese, i due imprenditori, assistiti dagli avvocati Michele Laforgia e Gianluca Ursitti sono anche costituiti parti civili.

Il tribunale di Foggia
Disposta nel settembre 2019 nei confronti della società CTM di Foggia degli imprenditori Giovanni Trisciuoglio, presidente della società e cugino di Federico Trisciuoglio, esponente di spicco della criminalità di Foggia, e Marco Insalata, amministratore CTM
Mercoledì 23 Marzo 2022, 19:56