FOGGIA - Supermercati da qualche settimana più vuoti o meno pieni del solito, dipende dai punti di vista e forse anche dalla psicosi dei consumatori spaventati ora dalla guerra della Russia in Ucraina, ma fino a un mese fa dal caro-prezzi e dalle materie prime introvabili.
«La gente è intimorita, così molti vengono a rifornirsi come se dovessero entrare nel bunker - dicono Luigi Giannatempo e Nicola Cardone, due tra i più importanti operatori della grande distribuzione in Capitanata - la farina è introvabile, non facciamo in tempo a procurarcela che sparisce». Psicosi da guerra, ansia da caro-prezzi: ma non sono soltanto i consumatori ad essere preoccupati. «La produzione alimentare di un tempo non c’è più - l’allarme di Giannatempo - di merce ne arriva meno, da qualche mese ci stanno tagliando le consegne. Le ragioni sono un po’ quelle che conosciamo, si fa fatica a produrre e a reperire materiale per gli imballaggi. Il problema delle materie prime è a monte, ma forse ci sono anche forme di speculazione che non si riesce più a governare. La guerra in Ucraina - aggiunge Giannatempo - c’entra invece sulle forniture di carni e in particolare modo sulla polleria, arriva il 30-40% in meno di quanto ordinato. Anche l’olio di girasole è introvabile».
Si riesce a riequilibrare il flusso delle forniture in calo con la richiesta della domanda grazie alla capacità di stivare la merce nei magazzini. Chi ha capacità maggiori sente meno la pressione addosso di una logistica claudicante, ma dura giusto qualche settimana in più: «Riusciamo così a tamponare gli scompensi della distribuzione organizzata - risponde Cardone, 9 punti vendita a Foggia - ma sul fresco non possiamo difenderci: carne, uova, latte, mozzarelle su tutto ciò che è scarico giornaliero abbiamo forti riduzioni, sulla polleria anche il 70%».
Anche i prezzi aumentano, della benzina diesel più cara della verde sappiamo già tutto. Ma anche la frutta a 2,50 euro al chilo è una sorpresa. Gli operatori sostengono di aver finora calmierato i listini ma siamo al "si salvi chi può". «Subiamo aumenti inimmaginabili - dice Giannatempo - il braccio di ferro con le industrie possiamo esercitarlo fino a un certo punto. Anche loro sono in crisi, dal 2020 è quasi raddoppiato il costo dell’energia elettrica. E non c’è un’Authority che intervenga, aspettiamo le mosse del governo». «Dobbiamo fare i conti anche con il terrorismo mediatico - osserva Cardone - se sale la corsa all’accaparramento è normale che gli scaffali si svuotino prima. Sono aumentati anche i furti, portano via di tutto: dalle bottiglie d'olio al tonno in scatola».