Domenica 07 Settembre 2025 | 02:29

Foggia, cambiano gli assetti dal Comune alla Prefettura. «Accuse ancora segrete e Landella già sapeva»

 
Massimo Levantaci-Giovanni Longo

Reporter:

Massimo Levantaci-Giovanni Longo

Foggia, cambiano gli assetti dal Comune alla Prefettura

Franco Landella

Domani la nomina del ministero per palazzo di città, Esposito succede a Grassi

Lunedì 24 Maggio 2021, 09:00

09:35

FOGGIA - Le indagini della procura foggiana proseguono per accertare nuovi coinvolgimenti nell'inchiesta sul terremoto giudiziario al comune di Foggia che ha già portato agli arresti il sindaco Franco Landella, i consiglieri comunali Capotosto e Iacovangelo e l'imprenditore Paolo Tonti accusati di corruzione (concussione solo per il sindaco). Nel frattempo il ministero dell'Interno si appresta a nominare il nuovo commissario per il comune di Foggia che dovrebbe insediarsi domani, forse nello stesso giorno in cui è atteso il nuovo prefetto Carmine Esposito che succede al prefetto Raffaele Grassi oggi ai saluti. Curioso constatare dunque la coincidenza delle due nomine che potrebbero avere un ruolo molto significativo sul futuro della città e dei foggiani: il prefetto Esposito sarà infatti chiamato a scrivere la relazione sulle risultanze della commissione di accesso agli atti del Comune di Foggia, insediata dal ministero prima della bufera giudiziaria, che indaga su ingerenze mafiose negli atti amministrativi. Il comune rischia una sorta di scioglimento bis qualora l'ingerenza mafiosa venisse accertata.

Gli sviluppi dell’inchiesta (di Giovanni Longo) - Come faceva il sindaco di Foggia Franco Landella a conoscere anche accuse che in quel momento non poteva sapere? A chiederselo è il gip del Tribunale di Foggia Antonio Sicuranza. Valorizzata una circostanza che ha pesato non poco sul fronte delle esigenze cautelari. Quando il 17 maggio, il primo cittadino dimissionario si presenta davanti ai pm Enrico Infante e Roberta Bray, questi ultimi annotano: «Il Landella si è soffermato, oltre che sulla vicenda Tonti, sulla vicenda illuminazione pubblica, sulla quale pure non avrebbe dovuto sapere nulla da fonti formali e lecite». Del resto, «il provvedimento di perquisizione a carico del Landella, eseguito il 1° maggio 2021, reca solo l’incolpazione per la vicenda Tonti». Quanto basta per concludere sul punto, così: «Tutti gli attori delle vicende che si andranno a narrare hanno avuto certamente la possibilità di dialogare tra di loro sì da (eventualmente) indirizzare i dati dichiarativi che devono essere ancora raccolti», è scritto nell’ordinanza di arresto.

Doveroso a questo punto fare un passo indietro per riassumere l'inchiesta che ha terremotato il Comune di Foggia. Landella avrebbe preteso invano una tangente di 500mila euro (poi scesa a 300mila) per far approvare un appalto ventennale (mai aggiudicato) da 53 milioni per la riqualificazione, la gestione e la manutenzione dell’illuminazione pubblica a Foggia. Inoltre, avrebbe chiesto ed intascato una mazzetta di almeno 32mila euro per far prorogare dal Consiglio comunale un accordo di programma vicino al Policlinico. Per le accuse di tentata concussione (contestata al solo Landella) e corruzione, il sindaco leghista è finito venerdì ai domiciliari insieme con i consiglieri comunali di maggioranza Dario Iacovangelo e Antonio Capotosto e l’imprenditore edile Paolo Tonti, accusati della sola corruzione contesta anche alla moglie di Landella, Daniela Di Donna, dipendente comunale, e stretta collaboratrice del marito, interdetta per 10 mesi dai pubblici uffici. L'inchiesta, limitatamente alla corruzione vede tra gli indagati a piede libero anche altri 4 consiglieri comunali di maggioranza: Consalvo Di Pasqua, Pasquale Rignanese, il presidente del consiglio comunale Lucio Ventura e Leonardo Iaccarino (ex presidente del Consiglio comunale famoso per le pistolettate esplose dal balcone di casa la notte di capodanno e già arrestato lo scorso 30 aprile). Proprio le dichiarazioni di Iaccarino potrebbero allargare ulteriormente l'indagine. L'ex uomo forte di Landella, tira in ballo molti altri suoi ex colleghi del Consiglio comunale, in tutto 17 sui 30 che compongono l'Assise cittadina. La Procura di Foggia che coordina la Squadra mobile e la Digos del capoluogo dauno sono al lavoro.

Ma torniamo a Landella, a quella che viene definita dal giudice la sua «spregiudicatezza». La versione fornita in sede di dichiarazioni spontanee non convince affatto né pm né gip. Quest’ultimo sottolinea il «contrasto con gli elementi sinora passati al vaglio», circostanza che «rafforza quella netta impressione di proclività a delinquere da colletto bianco del Landella (non a caso capace di venire a conoscenza di dati investigativi che, per quanto già esposto, dovevano rimanere ancora coperti dal segreto istruttorio)». Le dimissioni non potevano bastare dal momento che Landella «svolge le sue mansioni lavorative come ispettore dell’ASL di Foggia, e quindi in un settore purtroppo statisticamente soggetto ad accordi corruttivi se non a richieste concussive da parte dei pubblici funzionari». Dagli emerge infine emerge un «diffuso malcostume politico-amministrativo» di «indubbio allarme e gravità», un vero e proprio «sistema, che appare essere collaudato, di asservimento ai propri interessi personalistici dei soggetti politici» coinvolti e per i quali la Procura aveva chiesto il carcere.
A chiudere il quadro, ci pensa il solito Iaccarino che, davanti ai pm, definisce così le presunte mazzette prese da una buona parte dei consiglieri comunali di maggioranza. «C’era da fare un santo Natale», spiega. «Erano i 2 mila euro che facevano fare il santo Natale ai consiglieri comunali della maggioranza». Più chiaro di così.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)