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L'inchiesta
04 Aprile 2021
FOGGIA - Nullità della richiesta di rinvio a giudizio, atti rimandati alla Procura perché notifichi l’avviso di conclusione delle indagini ad una delle società coinvolte, e quindi tempi processuali che si allungano nell’inchiesta sulla realizzazione del centro commerciale «GrandApulia» di zona Incoronata, a pochi chilometri da Foggia, che fu anche sequestrato per alcune settimane nel novembre del 2016 prima che fosse regolarmente aperto. L’accusa ipotizza una serie di reati (violazioni in materia ambientale, paesaggistica e edilizia, truffa ala Regione, abuso) mentre la difesa replica che i lavori furono eseguiti rispettando licenze e concessioni, tutte regolarmente rilasciate.
In attesa di giudizio ci sono 16 indagati (14 persone fisiche e 2 società) accusati a vario titolo dalla Procura di 12 reati per fatti che vanno dal 2009 sino al dicembre del 2016: si va dall’avvelenamento di acque (prima comunque che venissero attinte per il consumo, è bene rimarcarlo) al disastro ambientale doloso; dalla lottizzazione abusiva a fini commerciali alla gestione di rifiuti speciali non pericolosi e realizzazione di una discarica abusiva; dalla truffa alla Regione Puglia nell’ordine di 72 milioni per mancato pagamento dell’ecotassa all’abuso in atti d’ufficio; e ancora violazioni delle norme in materia edilizia per non aver rispettato vincoli paesaggistici e idrogeologici. Tutti gli indagati (e i legali delle due società pure coinvolte nell’inchiesta) respingono le accuse.
L’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale dauno era stata inizialmente fissata per fine novembre del 2019, ma si sono registrati una serie di rinvii per difetti di notifiche, cui si sono aggiunti ulteriori rinvii a causa della pandemia Covid che inizialmente (marzo/maggio 2020) sospese la celebrazione di tutti i processi; e poi ha imposto una riduzione dei processi da celebrare, privilegiando quelli con imputati detenuti o a rischio prescrizione, è non è il caso dell’inchiesta sul centro commerciale. Recentemente si era entrati nel vivo, ma in apertura d’udienza la difesa ha eccepito la nullità della richiesta di rinvio a giudizio alla società ex Sfir, perché non era stato notificato preventivamente l’avviso di conclusione delle indagini, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Visto che le situazioni processuali sono connesse, il collegio difensivo ha osservato che non sarebbe stato opportuno stralciare la posizione della società sotto inchiesta (in base alla legge che prevede la responsabilità «penale» delle società e degli enti), da quella degli altri indagati.
Il gup è stato dello stesso avviso ed ha rimandato gli atti alla Procura, che dovrà notificare l’avviso di conclusione delle indagini alla società, cui verosimilmente seguirà la richiesta di rinvio a giudizio-bis e la fissazione dell’udienza preliminare per 16 imputati.
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