SAN SEVERO - Hanno chiesto d’essere processati con giudizio abbreviato dal gup del Tribunale di Bari, che dà diritto allo sconto di un terzo della pena in caso di condanna, 37 dei 43 imputati dell’operazione «Ares» sulla mafia di San Severo. Sono accusati a vario titolo di aver fatto parte di due clan mafiosi (il gruppo Nardino e la batteria La Piccirella-Testa); traffico di droga; una settantina di episodi di spaccio di droga; 7 estorsioni; un tentato omicidio; una gambizzazione; possesso illegale di armi; ricettazione e furto. Il blitz di Dda e Polizia è datato 6 giugno 2019 quando furono eseguite 50 ordinanze cautelari (42 in carcere, 8 ai domiciliari) firmate dal gip di Bari.
La Direzione distrettuale antimafia ha poi chiesto lo scorso 2 febbraio il rinvio a giudizio di 43 imputati - quasi tutti di San Severo - per 90 imputazioni per fatti avvenuti tra il 2015 e il 2016.
A GIUDIZIO SPIRITOSO - L’udienza preliminare è in corso nell’aula bunker di Bitonto davanti al gup di Bari Annachiara Mastrorilli: 48 ore fa in 37 hanno chiesto il giudizio abbreviato; si torna in aula a settembre quando ci dovrebbe essere la requisitoria dei pm con richieste di condanne e assoluzioni. Altri 3 imputati potrebbero avanzare a loro volta la richiesta di giudizio abbreviato. Il gup ha intanto rinviato a giudizio perché sia processato dalla sezione collegiale del Tribunale di Foggia uno dei 43 imputati: si tratta del foggiano Giuseppe Spiritoso, foggiano di 63 anni, detto «Papanonno», mafioso della «Società foggiana», già detenuto per altra causa: nell’inchiesta «Ares» è accusato di 4 episodi di spaccio di droga, anche con l’aggravante della mafiosità; difeso dagli avvocati Carlo Mari e Francesco Santangelo, il foggiano respinge le accuse.
"SUB JUDICE" 2 IMPUTATI - Resta sub judice la posizione di altri 5 imputati. Per Bledar Fortuzi, 44 anni, albanese residente in Molise accusato di concorso in un episodio di spaccio, la Dda chiede il rinvio a giudizio, mentre gli avv. Luigi Marinelli e Aldo Barduagni, sollecitano il proscioglimento essendo stato scarcerato dalla Cassazione 5 mesi dopo il blitz: il gup deciderà nell’udienza del 15 settembre. C’è poi la situazione di Raffaele Mazzeo, 51 anni, commerciante di San Severo, arrestato nel blitz con le accuse di mafia quale presunto appartenente al gruppo La Piccirella-Testa, tentata estorsione e scarcerato nel febbraio scorso: la Dda ha depositato nuova documentazione, gli avv. Ettore Censano e Dario Vannitiello hanno chiesto termini a difesa per esaminarli, e potrebbero avanzare a breve anche per Mazzeo richiesta di giudizio abbreviato.
BOSS RICUSA IL GIUDICE - Più articolata e complessa la situazione dei sanseveresi Vincenzo Giuseppe La Piccirella e Severino Testa ritenuti al vertice dell’omonimo clan mafioso che si sarebbe occupato di droga e d estorsione; e di Carmine Delli Calici ritenuto appartenente allo stesso gruppo malavitoso. Gli avvocati Marinelli e Giangregorio De Pascalis hanno anticipato al giudice l’intenzione di ricusarlo davanti alla corte d’appello di Bari, perché la dr Mastrorilli fu il gup del processo a La Piccirella (e altri coimputati tra cui il boss foggiano Rocco Moretti) condannato in primo grado, con sentenza dell’11 giugno 2019, a 4 anni e 8 mesi di reclusione per concorso in un tentativo di estorsione da 200mila euro a un imprenditore.
Nel motivare la sentenza di condanna di La Piccirella, il gup - dicono i legali - fece valutazioni sulla sua presunta appartenenza all’omonimo clan individuato nell’inchiesta Ares: si tratterebbe quindi nell’ottica accusatoria di una sorta di anticipazione di giudizio. Di fronte a questa situazione resa nota in aula dai legali del presunto boss, il gup Mastrorilli ha preso qualche giorno di tempo per valutare se astenersi sia in relazione alla posizione di La Piccirella, sia a quella di Testa e Delli Calici (anche quest’ultimo è stato condannato dal gup per il tentativo di estorsione da 200mila euro), visto che nelle motivazioni della sentenza per il ricatto da 200mila euro si fa cenno anche a loro due.
Sull’eventuale astensione del gup sarà il presidente del Tribunale di Bari a decidere se sussistano i presupposti o meno. E comunque in attesa di chiarire la posizione dei tre sanseveresi, la difesa di La Piccirella non intenderebbe optare per il giudizio abbreviato davanti al gup, con conseguente probabile rinvio a giudizio per essere processato con rito ordinario in Tribunale a Foggia. Mentre i difensori di Testa (gli avv. Censano e Giancarlo Chiariello) e Delli Calici (Censano) sarebbero intenzionati a chiedere anche per loro il giudizio abbreviato.