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San Nicandro Garganico, buoni pasto falsificati: è allarme

 
Antonio Villani

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Antonio Villani

San Nicandro, buoni pasto falsificati, è allarme

Una cinquantina quelli finora intercettati: si dà la caccia a chi li ha fatti circolare

Domenica 17 Maggio 2020, 10:28

S’intensificano le indagini per scoprire gli autori dei 50 buoni spesa per l’emergenza Covid-19 falsificati e contraffatti. Al lavoro le forze dell’ordine con carabinieri e guardia di finanza che stanno ascoltando amministratori e commercianti per comporre il “puzzle” e quindi accertare le responsabilità.

A San Nicandro la notizia dei buoni spesa contraffatti ha fatto scalpore non solo in paese, ma ovunque. Una settimana fa alcuni titoli falsi intercettati dalle forze dell’ordine con l’aiuto della Protezione civile e il supporto determinante del comando di polizia municipale. Almeno 50 quelli ufficiali che sono circolati tra gli esercizi convenzionati, ma non è escluso che i buoni messi in circolo possano essere di numero superiore. I buoni sarebbero stati contraffatti con la stampa ex novo di titoli falsi, evidentemente dalla scansione di quelli validi. Quindi sarebbe stata apportata una modifica grafica ai numeri di identificazione e applicato un falso ologramma. La contraffazione, per quanto effettuata in modo certosino, appare evidente ad un occhio esperto.

Nei giorni scorsi la Protezione Civile aveva chiesto alle attività commerciali di annotare generalità e numero di documento di identità dietro i titoli consegnati dagli aventi diritto proprio al fine di contrastare il propagarsi della truffa. Ora si cercano gli autori ed eventuali complici con la denuncia partita proprio da parte del Comune di San Nicandro che continua ad essere sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri e della guardia di finanza con il supporto della polizia locale. I buoni spesa, in formato cartaceo e numerati in modo da poter risalire al destinatario, erano da un taglio da 20 euro ognuno e distribuiti in numero proporzionale al numero di componenti del nucleo familiare, fino a concorrere ad una somma massima percepibile di 300 euro. Erano 23 gli esercizi convenzionati e circa 500 le domande presentate da altrettanti cittadini. Erano stati privilegiati coloro che avevano dichiarato di non percepire alcuna forma di sussidio e, a seguire, gli altri in base all’entità e quantità del sussidio statale già percepito. Ora saranno eseguite indagini sulle autocertificazioni e controlli incrociati per verificare che quanto dichiarato corrisponda al vero e cercare di indivisuare chi ha falsificato i buoni.

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