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Migranti, i sindacati: «Dl regolarizza ma non vale per tutti». L'appello di un bracciante: «Grazie, ma serve di più»

 
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Rimarranno fuori 5mila dei 15mila braccianti del Foggiano. E la Lega accusa: immigrati gioiscono e agricoltori piangono

Giovedì 14 Maggio 2020, 14:32

«Siamo molto grati al Governo italiano e alla ministra Bellanova per l’impegno, ma con un permesso di soggiorno di 3 o 6 mesi per noi è impossibile avere poi un progetto futuro di vita e continuare a vivere regolarmente in questo Paese». Sono le parole di Jacob Adam Ago, 38 anni, nigeriano, bracciante agricolo con contratto stagionale, impegnato nel progetto Sfruttazero di coltivazione di pomodori in una campagna nel quartiere Japigia di Bari.
La sua è una posizione «fortemente critica - spiega - perché in questo modo una persona può essere regolare solo per pochi mesi, per il tempo della produzione agricola, per il tempo di vita di alcune piante. Poi, terminata la stagione e il contratto, scade anche il permesso di soggiorno. E’ un provvedimento - dice - legato alla produzione e non ai bisogni di vita delle persone. E’ necessario, invece, ricevere un documento che duri molto di più di pochi mesi. Non è possibile ogni volta sperare che si ottenga un permesso di sei mesi in sei mesi, mentre lavoriamo ogni giorno per portare frutta e cibo sulle tavole degli italiani, vivendo anni e anni in attesa di sanatorie o regolarizzazioni».

I SINDACATI -  «È una regolarizzazione e non una sanatoria: da un punto di vista umano limita l’applicazione del riconoscimento dei diritti, ma nel complesso la valutazione è buona». Ne è convinto Daniele Iacovelli, segretario generale della Flai Cgil Foggia, commentando il Dl Rilancio che prevede la regolarizzazione di migliaia di migranti.
In provincia di Foggia, territorio a forte vocazione agricola - sottolinea Iacovelli - sono presenti complessivamente 15mila migranti, la metà dei quali censiti, l’altra metà irregolari: «Temiamo che con questo provvedimento possano rimanere fuori circa 5mila lavoratori che ad oggi non avranno la possibilità di avere un contratto regolare a causa della loro condizione di clandestinità. Apriremo anche un confronto con le imprese del settore. Nutriamo qualche dubbio sulla regolarizzazione legata alla durata del permesso di soggiorno. Aspettiamo di vedere i decreti attuativi, ma questo - conclude - è comunque un passo in avanti per tanti ragazzi che vivono da anni nel nostro territorio». 

LA NOTA DELLA LEGA - «Il Ministro Bellanova piange per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati, ma dimentica gli agricoltori italiani. In Puglia, poi, se Xylella, gelate ed alluvioni non sono riusciti ad uccidere la nostra agricoltura, allora ci ha pensato la sinistra che governa la nostra terra da 15 anni a sferrarle il colpo di grazia. A causa infatti dell’incapacità della giunta Emiliano, 500 milioni di euro di fondi Psr sono andati definitivamente persi per errore nella compilazione delle graduatorie come certificato da una sentenza del Tar Puglia. Rispettiamo le lacrime della Bellanova, ma ci dispiace che non spenda invece una parola per i nostri agricoltori, visto che è pugliese anche lei. La Lega al Governo aveva compiuto gesti concreti per l’agricoltura pugliese, con il Ministro Centinaio, lombardo. Con un ministro pugliese di sinistra, invece, i lavoratori immigrati gioiscono, gli agricoltori pugliesi piangono». Così in una nota i parlamentari pugliesi della Lega, Rossano Sasso, Anna Rita Tateo e Roberto Marti, ed il segretario regionale Luigi D’Eramo. 

IL COMMENTO DI ANOLF - «E' una regolarizzazione settoriale che prende in considerazione solo l’agricoltura. Ci sono migliaia di persone che non hanno alcuna valenza giuridica». Lo afferma Mohammed Elmajdi, rappresentate dell’Anolf Foggia, associazione nazionale oltre frontiere promossa dalla Cisl, commentando il provvedimento del governo in tema di regolarizzazione dei migranti. «È un provvedimento - rileva - che non darà a tutti la possibilità di regolarizzarsi e che potrà andare ad aumentare la zona grigia presente in questo territorio». «In provincia di Foggia - sostiene Elmajdi - il problema non è la mancanza di manodopera. In questo territorio mancano all’appello migliaia e migliaia di giornate dal punto di vista contributivo». Secondo il rappresentante dell’Anof, inoltre, saranno molti i migranti che «potrebbero rivolgersi ad una intermediazione illecita per uscire dalla condizione di clandestinità». 

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