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Provincia di Foggia, c’è più acqua e il consorzio anticipa l’erogazione

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

Diga di Occhito

Diga di Occhito

Grazie alle ultime piogge si potrà irrigare dal primo giugno

Domenica 26 Aprile 2020, 14:45

FOGGIA - Non c’è acqua a sufficienza per le campagne, gli agricoltori foggiani dovranno farsela bastare. Questo, almeno, il senso dell’ultima decisione assunta dal Consorzio di bonifica della Capitanata che ha anticipato al primo giugno l’inizio dell’esercizio irriguo nella provincia più agricola del Sud (oltre 500mila ettari di superficie coltivata), ma sarà solo irrigazione di soccorso: circa mille metri cubi a ettaro rispetto ai 2050 erogati regolarmente in stagioni non siccitose. Gli agricoltori mugugnano, eppure lo «sconto» ottenuto è notevole: prima delle piogge di qualche giorno fa l’ente che gestisce i quattro invasi del Foggiano (Occhito, Marana Capacciotti, San Giusto e Osento) aveva fissato soltanto al 20 giugno l’inizio della stagione irrigua. Il chè avrebbe significato per molti la rinuncia quasi totale agli investimenti sul pomodoro da industria, la coltivazione principe da queste parti, oltre 20mila ettari di superficie per medie di 15-18 milioni di quintali prodotti annualmente.

«Nella diga di Occhito a seguito delle ultime precipitazioni sono affluiti circa 5 milioni di metri cubi d’acqua - spiega il presidente del Consorzio, Giuseppe De Filippo - non è molto, ma ciò ci ha consentito di spostare l’asticella più in alto rispetto alla dotazione idrica di qualche settimana fa e di anticipare al primo giugno l’inizio dell’erogazione. Naturalmente se dovesse piovere ancora saremmo pronti a rivedere ancora la programmazione che tiene conto dei circa 60 milioni di metri cubi contenuti nella diga di Occhito da riservare esclusivamente al potabile».

La diga di Occhito è il grande polmone dell’agricoltura foggiana, quasi sempre in affanno purtroppo a causa degli enormi prelievi di un’agricoltura prevalentemente intensiva e ricca di ogni ben di Dio ormai quasi tutto l’anno. Oggi l’invaso sul Fortore contiene 132 milioni di metri cubi, dunque è di circa 72 milioni la riserva per l’agricoltura ovvero circa la metà di quanto ne richieda in stagioni «normali» e per tutto il periodo estivo-autunnale. E ci riferiamo soltanto alle imprese agricole che afferiscono al comprensorio Nord della Capitanata (150mila ettari), servite appunto dalla grande diga al confine con il Molise. Il Basso Tavoliere, sede di uno dei più grandi distretti dell’ortofrutta d’Europa, potrebbe invece considerarsi già autosufficiente dal momento che la diga di Capacciotti (Cerignola) contiene oggi 30 milioni di metri cubi su una capacità di 48 milioni. Ma parliamo di una diga è riservata ai consumi irrigui, dunque nessuna «tara» da riservare al potabile come avviene per Occhito. Mezzi vuoti invece gli invasi di San Giusto sul Celone (7 milioni mc. su una capienza di 14) e di San Pietro sull’Osento (5 milioni su 14).

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