A gennaio 2013 un Ducato della Asl di Foggia viene fermato dalla Stradale vicino Campomarino, in Molise. A bordo ci sono due dipendenti della Asl e un operaio della Sanitaservice. Il cassone del furgone è pieno di macerie: provengono dalla demolizione del bagno della casa al mare dell’allora direttore dell’ospedale di San Severo, Giuseppe D’Alessandro. Il medico, che per questa vicenda ha patteggiato una condanna per peculato, dovrà ora risarcire la Asl per il danno d’immagine e, insieme ai tre dipendenti, dovrà anche rimborsare l’usura del mezzo.
Una condanna modica quella inflitta dalla Corte dei conti (1.000 euro al medico, 70 euro per l’uso del furgone da dividere in quattro). «Il detrimento dell’immagine dell’ente pubblico - è detto in sentenza (presidente Romanelli, relatore Daddabbo) - è conseguente alla divulgazione della notizia dell’appropriazione di un bene pubblico utilizzato per finalità privatistiche: si tratta di fatti che per quanto isolati tendono ad ingenerare nella collettività la sensazione di un’amministrazione pubblica poco attenta alla corretta gestione delle risorse pubbliche».
Dal processo è emerso che, il giorno in cui avevano utilizzato il furgone della Asl, i tre dipendenti risultavano in ferie. Tuttavia il Ducato venne sequestrato per sei mesi dalla Stradale a causa del trasporto non autorizzato di rifiuti: per questo la procura erariale aveva chiesto di addebitare ai quattro anche 6mila euro a titolo di danno da disservizio. I tre dipendenti (per uno la condanna penale è diventata definitiva, altri due sono stati assolti per la particolare tenuità del fatto) all’epoca sono stati sottoposti a procedimento disciplinare e sospesi.
I giudici contabili hanno però ridotto in maniera rilevante il danno rispetto ai 9.500 euro richiesti complessivamente dalla Procura, rappresentata dal sostituto Marcella Papa. Il Ducato era vecchio di vent’anni ed è stata la Asl a chiedere il dissequestro con 6 mesi di ritardo, mentre il carburante per il viaggio venne pagato dal medico