La rinascita della fiera legata agli appalti da 30 milioni che non si riesce a spendere dovrà essere ancora una volta rimandata. Il Tar Puglia, terza sezione, come scritto ieri dalla Gazzetta dorso nazionale ha fermato la gara per l’assegnazione dei lavori del parcheggio multipiano, 13,7 milioni disponibili, un’opera a questo punto biblica cominciata quindici anni fa e ferma al cratere scavato e abbandonato che fa scempio da allora di corso del Mezzogiorno. È l’ennesimo stop a un appalto a questo punto maledetto perchè blocca tutti gli altri, come aveva detto su queste colonne proprio qualche giorno fa (30 aprile) il commissario dell’ente, Gianni Pennisi. Una vicenda contorta, machiavellica, un labirinto di norme e regolamenti sempre più indecifrabile. Progetto e procedure cambiate almeno due volte in questi anni e sempre per adeguamenti alle norme vigenti. Ma non basta. Così il progetto proposto dal consorzio d’imprese foggiane viene fermato perchè non sarebbe in linea con la normativa tecnica di riferimento.
Sembra un gioco dell’assurdo. Vediamo questa volta di cosa si tratta. Il progetto di isolamento sismico per il quale l’associazione temporanea d’imprese Ctm habitat Immobiliare e Cosap si era visto aggiudicare la gara nel 2017, prevede una sorta di ammortizzatori, definiti “isolanti chimici”, in grado di assorbire i movimenti tellurici nel sottosuolo. La struttura avrà, infatti, due piani interrati e un piano terra per l’accesso al parking, oltre a un piano superiore destinato a ospitare la palazzina uffici dell’ente fiera. L’innovazione tecnologica aveva convinto la commissione aggiudicante ad assegnare la gara all’Ati foggiana rispetto al raggruppamento d’imprese Edil Alta di Altamura che ha fatto ricorso. Il Tar di Bari terza sezione, ha respinto il ricorso dell’ente Fiera che contestava rapporti per così dire di «vicinato» fra l’ingegnere nominato per la perizia e una delle imprese baresi che fa parte del raggruppamento dell’Ati seconda classificata.
Il Tar boccia il ricorso della fiera senza entrare nel merito: semplicemente la fiera di Foggia avrebbe sbagliato i tempi, proponendo il ricorso dopo il deposito della relazione. E il presunto conflitto d’interesse? Oggi l’ente si difende così: «Abbiamo fatto ricorso dopo aver letto la relazione del Ctu, prima non avremmo potuto presentarlo perchè non conoscevamo cosa avesse scritto l’ingegnere incaricato», la risposta del responsabile unico del procedimento nonchè segretario generale dell’ente fiera Raimondo Ursitti. E l’ex commissario Potito Belgioiso ricorda: «Facemmo richiesta di accesso agli atti, ma senza ricevere risposta. Da qui la proposta del ricorso dopo aver saputo del contenuto della perizia». In questo gioco dell’Oca, inevitabile adesso un passo indietro.
Due gli scenari: la fiera farà trascorrere i trentacinque giorni per legge, prima di assegnare la gara all’Ati seconda classificata. Ma qualora decidesse di assegnare la gara alle imprese baresi (scenario improbabile), sarebbe comunque l’Ati foggiana quasi certamente a ad andare al Consiglio di Stato. Insomma il cantiere è destinato a restare fermo per almeno un altro anno, occhio e croce, considerati i tempi pachidermici della giustizia amministrativa nostrana (l’ultima udienza al Tar c’era stata il 30 gennaio, per la sentenza si è dovuto attendere maggio dopo un anno di dibattimento).
Amareggiato il commento del commissario Pennisi: «Ce la stiamo mettendo tutta per rilanciare la fiera di Foggia, queste vicende di certo non aiutano. Non discuto la sentenza, ci mancherebbe. L’unico aspetto positivo è che nella giustizia amministrativa i gradi sono soltanto due per cui credo che si possa ipotizzare una conclusione di questa vicenda entro 7-8 mesi. Noi cosa faremo? Abbiamo dei tempi tecnici da rispettare, se non arrivasse ricorso dell’Ati che ha vinto la gara saremmo obbligati a passare al secondo classificato. Ma non credo che il primo classificato si fermerà allo stop del Tar».