FOGGIA - Dopo il blocco del turnover e una riforma lacrime&sangue che ha dimezzato negli ultimi cinque anni le entrate del diritto annuale, la Camera di commercio tornerà ad assumere. L’annuncio è stato fatto dal presidente Fabio Porreca nell’ultimo consiglio camerale: «La legge di bilancio 2019 autorizza gli enti camerali a nuove assunzioni, pari ai risparmi dovuti ai posti di lavoro cessati nell’anno precedente. E siccome nel 2018 sono andati in pensione due vice segretari generali (Giuseppe Santoro e Michele Villani: ndr) fatti un po’ di conti potremo assumere un dirigente e tre impiegati di categoria C, di cui un posto riservato agli interni».
La novità è importante per un ente considerato agonizzante un po’ come tutte le camere di commercio italiane, ridotto a fare economia su tutto per garantire gli stipendi ai circa sessanta dipendenti, pagare le utenze e assicurarsi un minimo di operatività. Lo stesso Porreca ha fatto riferimento durante la seduta alla sua personale «mortificazione» per non aver potuto garantire nei primi cinque anni del suo mandato un plafond più cospicuo per finalizzare gli obiettivi istituzionali dell’ente finanziando progetti di sviluppo per il territorio. Una incapacità strutturale, per la verità, che la Camera di commercio foggiana si porta dietro sin dai cosiddetti «tempi d’oro», quando si registrava un bilancio di esercizio di 1,5 milioni (nel 2012) e però si accantonavano somme per gli imminenti lavori per la Cittadella dell’economia, attuale nuova sede (dal 2015), o si distribuivano somme per finalità istituzionali non proprio prioritarie.
Tempi duri sono poi seguiti al trasferimento dalla vecchia sede di via Dante alla cittadella, coincisi con la riforma del governo Renzi: il «rottamatore», come si ricorderà, dichiarò «inutili» questi enti avviandoli all’estinzione.
Mai trasloco fu pertanto così doloroso, quando si dovette lasciare la vecchia sede di via Dante, più piccola e funzionale alle nuove esigenza, per la nuova. Come avrebbe fatto l’ente ad ammortizzare i costi del vecchio palazzo invenduto (tuttora a libro paga), sostenendo i costi più alti per la nuova sede e dovendo fare i conti con entrate che si assottigliavano? Ricordiamo che la Camera incassava dal diritto annuale 7.556.795 nel 2009, oggi siamo a 4.235.638. Insomma si è dovuto far ricorso a prove di equilibrismo e cure draconiane per tenere a posto i conti, l’affitto all’Asl di un’ala dell’edificio è stata una boccata d’ossigeno. Ma il sacrificio più grande l’hanno sostenuto i dipendenti, quasi 900mila euro di risparmi dal blocco delle progressioni di carriera, di avanzamenti e straordinari.
Sacrifici riconosciuti da Porreca: «Con la carenza di risorse umane che ci ritroviamo, il nostro personale ha saputo gestire la situazione in modo egregio. E alcuni dipendenti pur non avendone titolo nè funzioni, svolgono compiti dirigenziali».
La buona novella delle nuove assunzioni giunge dunque a compimento di una fase in cui l’ente ha dimostrato capacità di resilienza insospettabili. Secondo alcuni consiglieri è anche un segnale di fiducia da parte del governo che sembra davvero aver mutato gli orientamenti sulle camere di commercio (già l’esecutivo Gentiloni aveva comunque addolcito la pillola).
Ora per bandire i concorsi la Camera di commercio deciderà «entro luglio» come coprire le spese in bilancio, così come concordato da Porreca con la neo segretaria generale facente funzioni, Angela Partipilo, distaccata una volta la settimana e per tre mesi dalla Camera di commercio di Bari (previa intesa raggiunta da Porreca con il presidente Ambrosi). Le procedure saranno rese note in autunno: per legge bisognerà dar corso prima alla mobilità obbligatoria per coprire i due posti da impiegato di categoria C e il posto da dirigente, quindi la mobilità volontaria. Il concorso vero e proprio entro fine anno.