Venti misure interdittive antimafia adottate dall’agosto dello scorso anno. Due comuni in odore di mafia, Cerignola e Manfredonia, sotto la lente. Sgomberi, come l'avvio dello smantellamento del ghetto di Borgo Mezzanone, e moltissime operazioni negli ultimi tempi a Foggia e provincia. Lo ricordano fonti del Viminale, secondo le quali lo Stato è presente in quel territorio e lo ha confermato «drammaticamente" Giuseppe Papantuono, che avrebbe sparato ai carabinieri dopo aver subìto ben due controlli delle Forze dell’Ordine nel giro di pochi giorni. Altra conferma viene, spiegano, dagli episodi di «delittuosità» che nella provincia sono scesi nei primi tre mesi del 2019 a 5267 rispetto ai 6291 dello stesso periodo delle scorso anno.
Sono stati rafforzati - sottolineano le fonti - i presidi di polizia, incrementate le operazioni controllo del territorio e intensificata l’attività investigativa. Con il piano straordinario di controllo integrato, il foggiano è stato suddiviso in cinque macro aree che corrispondono sostanzialmente alle zona di influenza delle principali organizzazioni criminali. Con i rinforzi aggiuntivi della Polizia di Stato, dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, anche con il concorso di unità specializzate, sono stati incrementati i pattugliamenti a Foggia, nelle altre città della provincia e nelle zone di campagna. Proprio il rafforzamento dei reparti investigativi ha consentito numerose operazioni, come «Agosto di fuoco» e «Decima azione».
L’operazione Chorus dello scorso febbraio ha permesso di contrastare la recrudescenza degli atti intimidatori nei confronti degli esercizi commerciali, consentendo l’arresto di sedici criminali.