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Foggia, corsa al posto nei cantieri dell'Orbitale: si lavora 10 giorni al mese

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

cantieri edili

Appalti finanziati, ma non partono. Ora corsa ai lavori per l’Orbitale e la pista del “Lisa”

Venerdì 15 Marzo 2019, 10:04

FOGGIA - Il paradosso dell’edilizia è quello di un settore fermo ormai da un decennio nonostante le decine di milioni in progetti già finanziati e in alcuni casi appaltati. I cantieri dell’alta capacità ferroviaria, il raddoppio della Termoli-Lesina, gli appalti del Consorzio di bonifica della Capitanata per non parlare dei 630 milioni non spesi neanche per un centesimo del patto per la Puglia, stanno lì a dimostrarlo. Se aprissero i cantieri solo delle opere già finanziate non ci sarebbero più operai in circolazione.

E invece il lavoro nero e grigio rischia di cannibalizzare un comparto che non riesce più a rialzarsi. «Ormai il 60% degli edili lavora così - dicono i sindacati - c’è un eccesso di contratti part-time, si lavora in media 10 giorni al mese». I lavoratori invecchiano, non si fanno più corsi di formazione professionale, gli enti bilaterali «non vengono utilizzati». Anche le imprese edili scompaiono, l’edilizia privata è da tempo al minimo storico.
Ora le attenzioni dei sindacati sono puntate sulle due più grandi imprese edilizie del momento: l’orbitale di Foggia (appalto da 30 milioni) e l’allungamento della pista dell’aeroporto Gino Lisa (4,5 milioni su un totale disponibile di 14 milioni). Per l’orbitale siamo alla delimitazione del cantiere, quanto al Gino Lisa è cominciato il conto alla rovescia: i lavori sono prossimi, l’ente appaltante Aeroporti di Puglia ha affidato il 7 marzo l’appalto all’impresa foggiana De Bellis e ora siamo nella cosiddetta fase di “stand still”, ovvero i 35 giorni previsti dal codice degli Appalti prima di mettere sotto contratto l’impresa e affidare il progetto esecutivo.

Sull’orbitale le sigle hanno avuto mercoledì scorso un incontro con l’impresa Favellato che realizzerà i lavori: «Si sta attrezzando il cantiere, i lavori di fatto non sono ancora partiti», risponde Urbano Falcone vicepresidente della Cassa edile e segretario della Filca Cisl. «Tra un mesetto ci rivedremo, siamo fiduciosi che verrà impiegata manodopera locale». Un altro tavolo di confronto i sindacati l’hanno richiesto ai vertici dell’Arca, l’ex Istituto autonomo case popolari (proprio oggi a Foggia l’inaugurazione al rione Candelaro di nove nuovi alloggi di edilizia residenziale) perchè la tematica abitativa è un altro dei temi cruciali di questo territorio: può attivare cantieri, e dunque lavoro e dare una casa a tanti foggiani che vivono in condizioni di disagio. Scenario comunque immobile a se stesso e intanto si rinnovano solo gli scioperi come quello che vedrà domani sfilare a Roma i sindacati in corteo. «Siamo appesi a un filo - dice Giovanni Tarantella segretario della Fillea Cgil - andiamo a parlare con i lavoratori nei cantieri, ma senza intravvedere prospettive. Ci sono settori in Capitanata completamente fermi, prendiamo il settore estrattivo: le cave non producono, chi va avanti con qualche lavoretto lo fa solo facendo leva sul lavoro nero e grigio dei tanti lavoratori che cercano di sbarcare il lunario. Eclissi analoga l’ha avuta il settore laterizio a Lucera, un tempo culla di questa produzione con interessi anche extraprovinciali».
I numeri della Cassa edile sono in rovinosa caduta da diverso tempo: gli occupati sono crollati a quota 5mila, erano 12mila nel 2008 ultimo anno pre-crisi. Dimezzate anche le imprese: da oltre 2200 undici anni fa siamo scesi a 1300 e l’emorragia continua. 

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