Domenica 05 Ottobre 2025 | 13:21

Quante «bandierine» politiche su questioni scottanti, dai nuovi ospedali all’ex ilva

 
Gaetano Quagliariello

Reporter:

Gaetano Quagliariello

Quante «bandierine» politiche su questioni scottanti, dai nuovi ospedali all’ex ilva

La Puglia sta trasformandosi nell’ultimo parco giochi dello scontro ideologico italiano

Giovedì 31 Luglio 2025, 13:31

La Puglia sta trasformandosi nell’ultimo parco giochi dello scontro ideologico italiano. Il processo di depoliticizzazione in atto presenta molti inconvenienti. Non di meno, c’è da registrare una conseguenza positiva. Quando le bandiere identitarie vengono ripiegate, tra governo centrale ed enti locali si può discutere del futuro. Senza che gli schieramenti pesino eccessivamente. Tra l’esecutivo nazionale e una regione, è più facile sorga un conflitto di natura territoriale che una disputa ideologica. E per le grandi questioni - quelle che determinano il destino del Paese - è accaduto più volte che maggioranze contrapposte abbiano collaborato, privilegiando con pragmatismo il conseguimento del bene comune.

La Puglia rema, invece, controcorrente. Qui i conflitti ideologico-istituzionali non conoscono tregua. E i numeri, più che risolvere i problemi, servono per contare bandierine. Si prenda, ad esempio, la polemica sull’ospedale di Monopoli-Fasano. Taglio del nastro, subito; pazienti in arrivo a data da destinarsi. Il governo declina l’invito a un’inaugurazione che ritiene prematura e le opposizioni regionali gridano alla passerella elettorale. Il cittadino normale si domanda: con un po’ di buon senso, non ci si poteva accordare su una data consona per celebrare assieme un traguardo condiviso?

Subito dopo si è pensato di aprire una sorta di filiale delle Nazioni Unite sull’Adriatico, autonoma dalla Farnesina. Dopo il «Gaza Resort» di Trump, sembra che tocchi a noi pugliesi occuparci della ricostruzione della Striscia martoriata dalla guerra. Comprendiamo il valore morale che nella politica odierna possono avere anche iniziative di mera propaganda. E riteniamo che Netanyahu abbia la responsabilità storica di aver sprecato l’opportunità aperta con il ritiro unilaterale di Israele da Gaza nel 2005, lasciando che Hamas si armasse. Tuttavia, ci è difficile accettare che oggi un’operazione di diplomazia parallela possa essere portata avanti avendo come interlocutori l’organizzazione che il 7 ottobre ha scatenato la caccia agli ebrei, non libera gli ostaggi e nello statuto prevede la distruzione di Israele. Soprattutto, siamo certi che l’assunzione di queste iniziative - e la valutazione della loro convenienza - sia bene lasciarla a Macron, Starmer, Meloni piuttosto che iniziative velleitarie di città e regioni.

Infine, c’è Taranto: vero banco di prova nazionale dal quale non ci si dovrebbe distrarre. Il sindaco Bitetti, eletto con il centrosinistra appena due mesi fa, dopo un confronto sull’ex Ilva viene minacciato dai pasdaran dell’ambientalismo. Non ci pensa due volte e annuncia le dimissioni. Lancia un messaggio che non può essere ignorato: senza agibilità politica la città non può essere governata. Il segnale è pesante. Ma il centrodestra ne desume solo l’occasione per rimettere in gioco Taranto in vista delle regionali. Mentre la sinistra appare sempre più in imbarazzo. Il presidente Emiliano, dal suo canto, sembrerebbe pronto (e il condizionale in questo caso è d’obbligo) a sottoscrivere l’accordo con il governo per una riconversione che tenga insieme fabbrica decarbonizzata, occupazione e nuova urbanistica. La coalizione che ha eletto Bitetti, invece, frena. E persino la sindaca di Genova (anch’essa eletta a sinistra) interviene nella querelle e invita il governo alla prudenza sugli investimenti a Cornigliano, evocando «l’instabilità» tarantina.

L’acciaio, intanto, rischia di arrugginire. Negli ultimi vent’anni in troppi hanno dato credito all’utopia ecologista post-industriale, immaginando la chiusura del più grande polo siderurgico d’Europa come panacea di tutti i mali. Ma oggi non si può più tenere due piedi in una scarpa. O si sceglie la strada di un vero patto territoriale per gli investimenti, o si finisce travolti dalle proprie contraddizioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)