Sabato 06 Settembre 2025 | 02:53

Cara politica, ora basta parlare alla pancia: prova con il... cervello

 
Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

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Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

Cara politica, ora basta parlare alla pancia: prova con il... cervello

Il momento politico mondiale è sicuramente particolarmente agitato, e si insiste nel raccontare che in ogni nazione i vari leader, per mantenersi al potere, si preoccupano costantemente di parlare alla pancia della gente

Domenica 29 Giugno 2025, 13:00

Il momento politico mondiale è sicuramente particolarmente agitato, e si insiste nel raccontare che in ogni nazione i vari leader, per mantenersi al potere, si preoccupano costantemente di parlare alla pancia della gente. Con questa espressione si va avanti e si conclude ogni dibattito sempre nello stesso modo, come se, usando un termine elegante per dire che si punta all’istinto, all’emotività, alla reazione viscerale, tutto potesse essere negato o, viceversa, giustificato.

Sarebbe interessante approfondire questa discussione inserendo un semplice concetto: e se si provasse a parlare non solo, e da subito, col cuore o, meglio ancora, col cervello? Il cuore è un muscolo pulsante, la pancia brontola per esigenze intrinseche... ma solo il cervello riflette. Forse non tutti sanno che l’intestino è davvero il «secondo cervello»: regola funzioni vitali e dialoga con la mente. Ma da qui a farne, per interposto concetto, un centro di comando politico ce ne passa. L’istinto e l’emozione vanno bene, ma non possono sostituire ragionamento, analisi, confronto. Le parole possono scaldare gli animi, ma sanno anche nutrire idee, costruire visioni e orientare scelte più consapevoli.

Se si provasse a lasciare all’intestino - e agli organi annessi e connessi - il loro compito di regia del metabolismo, detto più o meno esattamente, e si cominciasse a dare spazio e operatività alla nobile materia bianca e grigia sita nella scatola cranica? Potrebbe sembrare solo un gioco di parole, ma forse, nel tempo, si potrebbe dare una diversa «nobiltà» alle espressioni, concedendo più spazio alle riflessioni, perché molte volte le parole possono contenere indicazioni precise. Perché è vero: le frasi possono infiammare la pancia, ma possono anche nutrire la mente. Possono orientare pensieri, stimolare dialoghi veri, forse persino allargare orizzonti.

Oggi viviamo immersi nell’intelligenza artificiale, nella comunicazione lampo, nelle risposte automatiche. Forse è il momento giusto per tornare a parlare facendo esercizio di nobiltà espressiva, di lentezza produttiva, di confronto consapevole. Non sarebbe male modificare la rotta: forse otterremmo un diverso modo di interloquire tra noi, non più bruciando un pensiero in cinque secondi.

Dal secondo cervello al primo: rivoluzione (im)possibile? In tempi di slogan facili e politica viscerale, forse dovremmo dare più voce alla ragione. Tutto questo disquisire per dire che urge, rapidamente, prendere coscienza che non è più tempo di andare avanti alla cieca, sperando che ci sia qualcuno che, alla fine, provvederà. Oggi più che mai, pánta rheî - tutto scorre - e occorrono professionalità, competenza e studio, con doti di rapido apprendimento. A chi di competenza, ricordiamo che ora più che mai è dannosissimo sbagliare! Avanti, primo cervello: fatti avanti, supera il secondo cervello... e poi vediamo l’effetto che fa.

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