È iniziato il countdown della campagna elettorale europea e amministrativa. Settimana decisiva, in cui è successo di tutto, nel corso dei mesi passati e di questi ultimi giorni. Lo scontro è in chiave politique politicienne pro e contro Ue, per raccattare un voto e i problemi seri europei passano in cavalleria. Speriamo che questo clima arroventato sia come un gatto in tangenziale. Insomma, che finisca con le elezioni.
Al contrario, la campagna elettorale, in specie, a Bari, in punta di piedi, se non fosse per il mordi e fuggi, per dire la loro dei leader politici nazionali, non sembrerebbe che ci fosse. Si vede e si sente l’effetto inchieste giudiziarie.
Lungi dagli accadimenti giudiziari, a Lecce, le elezioni sembrano più presenti, ma nulla di che. A Bari, le europee, per la candidatura di Decaro, sono più visibili, a Lecce, manco a parlarne, i candidati alle amministrative ognuno per sé e Dio per tutti. Il rischio di disaffezione dall’andare a votare è molto alto tanto a Bari quanto a Lecce.
Il capoluogo di regione e il capoluogo di provincia hanno i sindaci uscenti di centrosinistra: Antonio Decaro e Carlo Salvemini. Il primo lascia dopo due mandati e gareggia per il Parlamento di Strasburgo e il secondo si batte per la riconferma. A Bari, il centrosinistra si presenta con due candidati a sindaco: Michele Laforgia e Vito Leccese, chi dei due prenderà più voti al primo turno dovrà vedersela al ballottaggio con il centrodestra. Il cui candidato a sindaco è il leghista, Fabio Romito, ma senza la presenza della lista del Carroccio per non portare in spalla la croce dell’Autonomia differenziata. Difficilmente uno dei tre vincerà al primo turno che si terrà l’8 e il 9 giugno, dopo 15 giorni il vincitore tra Laforgia e Leccese dovrà confrontarsi con Romito. A Lecce, Carlo Salvemini sta combattendo, elettoralmente, contro Adriana Poli Bortone, candidata a sindaco del centrodestra. Entrami i candidati non sono una novità: Salvemini ha già alle spalle una prima esperienza di sindaco e ora lotta per il secondo mandato, Poli Bortone è stata sindaco nei decenni passati ed è ritornata in corsa per essere eletta come prima cittadina di Lecce. Finadesso, il confronto, tutto sommato, è restato nei binari della buona politica, senza che ci siano state escandescenze da ambo le parti. Dibattito civile molto sul civismo e su una nuova visione della Città in cui non si vive solo di baracco, benché sia il Centro storico la principale fonte di ricchezza. Mare fuori, anzi, dentro Lecce. Con le sue belle spiagge, bagnate dall’Adriatico, sono centri residenziali e turistici. Salvemini e Poli Bortone scommettono sul mare come diversificazione economica. Questo è quanto.
A Bari, è, fortemente, segnata dal duello a sinistra. Il dopo Decaro parte da lontano e, nel corso dei mesi, non si è trovata una sintesi tra Laforgia e Leccese. Ragion per cui, due candidati per arrivare a un solo sfidante di Romito, con l’impegno che il perdente riversi i voti al vincente del primo turno. Prima di arrivare alla dicotomia dei candidati a sindaco del centrosinistra, ci sono stati molteplici passaggi di mediazione per giungere ad un unico candidato, ma al nulla di fatto si scelse come fattore dirimente le primarie. Resta il fatto che le primarie saltarono per arresti e scandali, che videro protagonisti coloro che erano i cosiddetti «capibastone e cacicchi» delle liste civiche: una sorta di incrociatori che affiancavano la corazzata Partito democratico. Bari santa e dannata. Bari San Nicola e inchieste giudiziarie.
Il centrosinistra in pieno cortocircuito giudiziario.
Davanti a questo quadro inedito, in cui né Emiliano né Decaro furono sfiorati dalle inchieste, il centrodestra e il M5s si mossero su due pieni diversi. I leader politici e gli uomini di governo della destra si precipitarono a Roma chiedendo l’intervento del Ministro degli interni, in base a voci e non solo di infiltrazioni mafiose al Comune e alle municipalizzate e il Viminale inviò tre commissari per verificare. Ma prima dell’incontro, la delegazione si fece immortalare da una «photo opportunity», come se avessero vinto la Champions League. A ben vedere, Giuseppe Conte è a cavallo tra Laforgia ed Emiliano, invece, sostenitore insieme a Decaro di Leccese.
In effetti, il leader 5s, con un colpo solo, mise in scena, contemporaneamente, tre scenari: questione morale, Tangentopoli e Mani pulite. Inventandosi come antidoto il «patto della legalità» e il «nucleo di ispettori per prevenire il malaffare». Insomma, la Regione Puglia, per Conte, la nuova Gotham.
Le forze politiche sono impegnate al rush finale, aspettando i risultati elettorali di Bari e Lecce e aspettando il G7 di Borgo Egnazia. Dai risultati di Bari e Lecce, si capirà il quo vadis politico della Puglia, dal G7, è tutto in mente Dei, nonostante la partecipazione di Papa Francesco.