Martedì 09 Settembre 2025 | 00:36

Investimenti strategici e riduzione del debito, così l’Italia torna a correre

 
Antonio Costa, ordinario di Economia aziendale, Università del Salento

Reporter:

Antonio Costa, ordinario di Economia aziendale, Università del Salento

Investimenti strategici e riduzione del debito, così l’Italia torna  a correre

Ma è fondamentale migliorare le infrastrutture dei trasporti per collegare meglio in territori di periferia e fissare un piano di rientro del debito pubblico

Domenica 10 Dicembre 2023, 13:14

Stiamo vivendo un’epoca che probabilmente sarà indicata come un momento di ricostruzione del Paese che ha vissuto varie vicissitudini dal dopoguerra ad oggi e che si avvia ad una ripresa economica duratura - dopo anni di stagnazione - supportata da investimenti legati a diversi fattori.

Un’importante iniezione di risorse finanziarie è stata prodotta nel periodo della pandemia da Covid 19 con diversi provvedimenti legislativi voluti dal governo (la Legge sul Superbonus 110%, ma anche le leggi che hanno consentito l’introduzione nel sistema delle imprese di una maggiore liquidità) che hanno fortemente avviato la ripresa economica e di cui ancora il Paese si beneficia. Ora gli effetti del piano PNRR stanno ulteriormente implementando quella ripresa iniziale seppur a quegli effetti benefici si aggiunge oggi una politica monetaria BCE restrittiva che ne mina in parte l’efficacia.
I segnali internazionali impongono prudenza circa le prospettive future a causa di interferenze prodotte da forti tensioni geopolitiche, dal mercato dell’energia ancora penalizzante per il mondo delle famiglie e delle imprese, dal rallentamento delle attività economiche della Cina, da un livello di inflazione nei Paesi avanzati ancora elevato.

In questo contesto di carattere generale cosa deve fare il nostro Paese? Politiche di investimento legate alla fruizione di energia e gas per famiglie ed imprese a prezzi più contenuti avrebbero un effetto immediato sulla capacità di spesa delle famiglie (dunque sul sostenimento della domanda) e sulla maggiore competitività delle imprese; investimenti pubblici mirati alla ristrutturazione dei borghi e dei centri storici avrebbero un effetto positivo in termini di incentivo all’investimento nel settore privato (ad esempio: ristrutturazioni di abitazioni e riqualificazione di intere zone abitative da riconvertire) con un conseguente riflesso sulla nostra capacità attrattiva di carattere turistico.

Il sostegno di settori di attività strategici per l’Italia è un obbligo non una facoltà. Non si possono affidare ad imprese straniere aziende di trasporti o aziende di acciaierie che hanno un riflesso sulle strategie nazionali di sviluppo del settore turistico e/o del settore produttivo. Non comprendere questo in nome della concorrenza, dell’efficienza, di altri concetti di economicità, porterebbe soltanto a politiche prive di una logica lungimirante.

Il riconoscimento infine del ruolo delle banche locali (o banche di prossimità) come istituzioni da preservare nell’interesse del Paese (come accade già in Germania dove le Casse Rurali sono tenute nella massima considerazione dal Legislatore), delle piccole e medie imprese e del risparmio delle famiglie consentirebbe il consolidamento di un sistema del credito dove la diversità diventerebbe un valore e provocherebbe nel medio lungo periodo un ulteriore effetto positivo sui territori di periferia.
Come qualsiasi buon padre di famiglia che vuol far quadrare i conti del proprio bilancio l’Italia deve investire nei settori nevralgici del Belpaese, migliorare le infrastrutture dei trasporti per collegare meglio i territori di periferia e fissare un piano di rientro del debito pubblico ormai divenuto di dimensioni considerevoli (circa 2.762 miliardi di euro pari al 145% del PIL Italiano).

Il nostro Paese, in particolare, deve fissare un piano credibile di contenimento del debito fondato su iniziative concrete da perseguire con scadenze prefissate. Cosa può aiutare questo intento collettivo?

1) L’avvio di nuove concessioni demaniali con utilizzo di zone costiere disponibili;
2) La vendita di importanti immobili di proprietà dello Stato non utilizzati, fissando criteri per la loro maggiore appetibilità; una legge sulla cartolarizzazione potrebbe essere uno strumento utile per raggiungere con snellezza l’obiettivo sperato;
3) Le iniziative di sostegno alle nascite (l’elencazione non vuole essere una indicazione esaustiva ma solo esemplificativa), avrebbe il merito di sostenere in futuro il PIL Italia in un Paese di quasi 60.000.000 di abitanti dove gli Italiani che lavorano sono circa 23 milioni ovvero circa il 40% mentre il resto, il 60%, non lavorano perché non trovano un occupazione o sono troppo anziani o comunque molto giovani.

Sono tutte misure - quelle sopra indicate - che porterebbero un maggior gettito allo Stato da poter utilizzare per il rimborso sostenibile e graduale del debito pubblico; l’effetto di queste misure provocherebbe da subito una maggiore fiducia degli stessi investitori, un giudizio migliore delle società di rating, probabilmente un considerevole risparmio dello Stato.
In conclusione le n. 4.540.634 di imprese operanti in Italia (rilevazione dati ISTAT 2021) - la stragrande maggioranza delle quali sono microimprese - in prospettiva potranno sostenere l’economia e l’occupazione in Italia soltanto se potranno contare anche in futuro di condizioni di contesto non proibitive.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)