Lunedì 08 Settembre 2025 | 18:52

Wagner al Petruzzelli, se la lirica catalizza il «turismo culturale»

 
Enrica Simonetti

Reporter:

Enrica Simonetti

Wagner al Petruzzelli, se la lirica catalizza il «turismo culturale»

Giovedì 12 Ottobre 2023, 13:19

Una musica potente, una scenografia seducente: ieri sera al Petruzzelli la «prima» del Tannhäuser, opera wagneriana attesa da tempo a Bari, in scena fino al 15 ottobre e portata in una versione decisamente d’avanguardia dal noto regista Uwe Eric Laufenberg, nell’allestimento scenico dell’Hessisches Staatstheater. Un pezzo d’Europa in Puglia che ha colpito anche per la presenza in platea di uno straordinario pubblico internazionale, molti appassionati tedeschi, che hanno approfittato anche del clima piacevole per una vacanza a Bari, ammaliati dalla straordinaria bellezza del nostro teatro Petruzzelli.

E questo fenomeno del turismo culturale non va sottovalutato: sempre più le prenotazioni dall’estero e sempre più il nome della stagione lirica e dei grandi concerti pugliesi che vanno in giro per il mondo. In estate, alle visite guidate in teatro, gli stranieri sono ormai di casa e la grande platea rossa, i decori, la storia gloriosa del politeama, poi interrotta dall'incendio e infine rinata, incantano chi arriva da fuori e non solo.

Un mélange di culture e di esperienze che sta caratterizzando la nostra realtà, tanto che sembra aprirsi ancora una volta una finestra sul mondo, un ponte, come lo sa rendere solo la vera cultura. Lo si pensava ieri al Petruzzelli, apprezzando la direzione dell’Orchestra e del Coro del Teatro affidata al tedesco Michael Güttler, con la preparazione del maestro Fabrizio Cassi, immaginando le collaborazioni, i contatti, quel «dietro le quinte» che questo teatro fa sognare. Le nostre macchine sceniche e i costumi, con le scene firmate da Rolf Glittenberg, gli abiti così sorprendenti e cortesi anche nelle nudità, elaborati da Marianne Glittenberg. Tutto con le maestranze e i macchinisti pugliesi di un Petruzzelli che sorprende e ammira i grandi registi giunti da lontano, felici per la professionalità incontrata.

Se siamo abituati a denigrare ciò che di nostro abbiamo e a lamentare le carenze, per una volta sforziamoci di sottolineare qualcosa che funziona. Nonostante i tanti problemi del «sistema cultura», il lavoro portato avanti in questi difficili anni sta dando frutti e il Petruzzelli è un attrattore in prima linea. Non solo le grandi opere, i sold out, la voglia di poter dare qualche replica in più e la scure dei costi. Non soltanto il fare cultura coinvolgendo sempre più una larga fascia di pubblico. È una mission «semi-impossible», ma gli sforzi ci sono di anno in anno e stanno dando effetto. Un risultato che potrebbe accrescersi e che molte altre attività culturali vorrebbero e potrebbero raggiungere, se solo ci fossero i fondi garantiti e un sistema capace di crearne le condizioni.

La lirica è per esperti? Da sempre al Petruzzelli ogni opera ha il suo incontro di presentazione, gratuito, con il musicologo che spiega e cerca di allargare la fascia dell’interesse. Non sempre i muri sociali si abbattono, ma serve ogni tanto osservare il pubblico e capire che finalmente alcuni mattoni si sgretolano. Più generazioni, non le solite facce. Il sovrintendente Massimo Biscardi ha voluto sposare la causa dei giovani e i Family Concert domenicali, con prezzi appunto per famiglie, stanno formando generazioni alla musica. In una città che ospita un Conservatorio Musicale (con un meraviglioso Auditorium) in cui arrivano a formarsi giovani da ogni parte del mondo, è una scommessa da vincere. La stagione sinfonica, i concerti di «Aus Italien» ascoltati online da esperti vicini e lontanissimi dalla Puglia - un’operazione nata durante la pandemia e portata avanti con enorme successo! -, quell’interesse destato da opere anche difficili come questa wagneriana, lavoro capace di trascinarci in quella lotta tra Bene e Male di cui ogni giorno abbiamo testimonianze.

Nelle ore delle tragedie immani che si stanno vivendo in Israele e a Gaza, l’ondeggiare tra seduzione e serietà del protagonista Aaron Cawley, che ieri al Petruzzelli era nel ruolo di Tannhäuser, sembrava a tratti collegarsi quasi inconsciamente ad altri distanti fronti, a quell’altalena di atrocità e di pacificazione che l’umanità attraversa. Un volo pindarico, sì, ma anche un sogno che, dal teatro rosso - complici i toni forti di Wagner - poteva per un attimo immaginare di passare oltre il cupolone e giungere in un ormai impossibile orizzonte di pace.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)