È nata ufficialmente la quinta Magistratura, quella Tributaria. Si tratta di una svolta epocale attesa da più di un ventennio. L’auspicio tanto atteso e tanto necessario è diventato realtà; assegnare finalmente anche alla Giurisdizione tributaria, come avviene per tutte le altre Giurisdizioni, giudici tributari professionali o meglio «specializzati» sia nel diritto tributario sostanziale che in quello processuale.
Per anni si è cercato di capire perché una giurisdizione così importante e delicata come quella tributaria dovesse essere presieduta da giudici «presi in prestito» da altre Giurisdizioni (penale, civile, amministrativa) con tutti i limiti del caso considerando la complessità e il tecnicismo serrato che da sempre caratterizzano la materia tributaria. Il ruolo professionale della magistratura tributaria è stato introdotto con la legge 31 agosto 2022, n°130 che ha disposto una serie di modifiche al processo tributario la cui normativa è contenuta nei decreti n°545 e 546 del 1992. Finalmente il legislatore ha posto le condizioni normative per assegnare finalmente «un nuovo volto» alla giurisdizione tributaria. Il fine di una magistratura tributaria «professionale» è duplice:
a) Quello di innalzare il più possibile la qualità del giudicato attraverso l’utilizzo di magistrati specializzati e quindi conoscitori della materia tributaria sia sostanziale che processuale impiegati a tempo pieno e ben retribuiti;
b) Ridurre il più possibile il contenzioso davanti alla Corte di Cassazione cercando così di ridurre i tempi di definizione del giudizio di legittimità.
La riforma prevede il reclutamento complessivo di 576 nuovi magistrati tributari specializzati che saranno occupati a tempo pieno presso le sedi che saranno a loro assegnate. Di questi, 448 giudici tributari di nuova nomina saranno operativi presso le Corti di giustizia tributaria di primo grado;128 magistrati di secondo grado (giudici tributari di appello) reclutati tra i futuri magistrati tributari e i giudici tributari presenti nel ruolo unico al 1° gennaio 2022. I primi magistrati ad operare, già nel 2023, sono stati i giudici transitati dalle altre magistrature (penale, civile, amministrativa, militare) nella giurisdizione tributaria previa espressa richiesta. Gli altri magistrati, per un totale di 476, saranno reclutati tramite concorso pubblico che sarà bandito presumibilmente con cadenza annuale, a partire dal 2024 e fino al 2030.
Il primo concorso pubblico che dovrebbe uscire, salvo eventuali proroghe, nel primo semestre del 2024 attraverso il quale verranno reclutati i primi giudici tributari di nuova nomina si presenta piuttosto articolato. I giudici da reclutare con il primo concorso pubblico denominato non a caso «Concorsone» potrebbero essere addirittura 200. In particolare, il concorso prevede quattro prove scritte che consisteranno nella redazione di un elaborato di diritto tributario, uno di diritto civile, uno di diritto commerciale ed una prova teorico-pratica di diritto processuale tributario (redazione di una sentenza o di un atto processuale). Le prove scritte avranno la finalità di accertare la capacità logica-redazionale del candidato sulle tematiche oggetto di prova scritta. Il superamento delle prove scritte con il punteggio minimo di 12/20 consentirà l’ammissione alla prova orale. Saranno invece oggetto di prova orale: le materie di diritto processuale civile, diritto costituzionale e diritto amministrativo diritto penale, diritto fallimentare, diritto internazionale pubblico e privato, diritto dell’unione europea, contabilità aziendale e bilancio, elementi di informatica giuridica, a dimostrazione della complessità e della multidisciplinarietà prevista dal concorso pubblico.
Tuttavia, fino al compimento del percorso di reclutamento dei giudici tributari professionali, continueranno ad operare i giudici onorari (togati e non) attualmente operativi presso le Corti di giustizia tributaria che pertanto rimarranno in servizio ad esaurimento fino al compimento dei 70 anni di età, limite di pensionamento esteso a tutti i giudici tributari con allineamento alle altre magistrature. La riforma così come disposta dalla L. n°130/2022 è intervenuta anche per quanto riguarda l’aspetto ordinamentale della magistratura tributaria, stabilendo l’istituzione di un Ufficio ispettivo presso il Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria e un Ufficio del Massimario presso l’organo di autogoverno. Quindi, maggiore controllo sull’operato dei nuovi magistrati tributari.
Il concorso pubblico sarà bandito dal MEF (Ministero dell’Economia e Finanza) previa deliberazione conforme dell’organo di autogoverno. Alla prova saranno ammessi i laureati che sono in possesso del diploma di laurea in giurisprudenza conseguito al termine di un corso universitario di durata non inferiore a quattro anni o del diploma di laurea magistrale in Scienze dell’economia o in Scienze economiche Aziendale o di titoli a questi equiparati. C’è tanta attesa tra gli addetti ai lavori e tra chi ha già deciso di partecipare al concorso pubblico aspirando alla nomina di giudice tributario specializzato. Non ci resta che attendere con i migliori auspici sotto ogni profilo.