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Bari, morire di lavoro (e di retorica) all’età della pensione

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, morire di lavoro (e di retorica) all’età della pensione

È il mondo sommerso, che fa comodo quando serve e che scompare non appena se ne ravveda l’opportunità

Giovedì 16 Febbraio 2023, 15:13

Ieri mattina a Bari un signore di 78 anni è morto mentre eseguiva la manutenzione degli impianti in un locale. Non sappiamo se a quella età continuasse a lavorare per necessità o magari, come talvolta accade, per continuare a sentirsi vivo. Sappiamo però che in tutto questo c’è qualcosa di insopportabile.

La retorica sugli incidenti sul lavoro, che si innesca ad ogni tragedia come questa, maschera la realtà di ciò che accade tra gli invisibili (si fosse trattato di un immigrato, poi, la retorica sarebbe arrivata a livelli di non ritorno). Un pensionato non dovrebbe più lavorare, giusto? Ma tutti conoscono il tuttofare che dopo una vita a spaccarsi la schiena in cantiere risolve i piccoli problemi di ogni giorno in cambio di qualche banconota senza il fastidio di fatture e ammennicoli vari. È il mondo sommerso, che fa comodo quando serve e che scompare non appena se ne ravveda l’opportunità: non se ne parla nei convegni, non si racconta nei film che fanno apparire la città come se fosse Disneyland, non se ne fa cenno nelle analisi che riducono (sì, riducono) l’incidente sul lavoro a un semplice problema di norme di sicurezza. Non è così semplice.

La tragedia è sicuramente una questione di regole. Ma di regole del vivere civile, quelle che dovrebbero impedire a chicchessia di approfittare del lavoro di una persona molto anziana, fosse pure il vecchio zio con il pallino del fai-da-te. Poco conta se il committente sia un privato o una impresa che mette a lavorare a nero l’ex operaio, perché il nero chiama sempre altro nero e alimenta quell’economia malata che sottrae risorse alla collettività per alimentare l’interesse immediato di pochi o di pochissimi. Certo, si dirà, sarebbe cambiato niente se la vittima fosse stata un quarantenne, assunto e assicurato? Niente, indubbiamente, sotto il profilo sostanziale della vita spezzata. Ma resta molto amaro in bocca a constatare che qualcuno arrivato al traguardo della pensione, che sarebbe potuto stare con i nipotini ai giardinetti, debba crepare in un seminterrato cadendo da una scala. E ne resta ancora di più se si pensa all’indifferenza che circonda tutto questo. Indubbiamente conviene far finta che i morti siano tutti uguali, senza andare troppo per il sottile. Conviene, sì. Perché in questo modo la retorica delle regole ignorate verrà buona anche per la prossima volta.

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