LECCE - Le competenze e lo spirito di sacrificio, latitano. Questo il ventre molle dell’economia salentina messo in luce ieri pomeriggio, a San Francesco della Scarpa, nel talk organizzato da «La Gazzetta del Mezzogiorno» in collaborazione con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica accompagnato da foto suggestive ed emozionanti di una Lecce in continua trasformazione firmate da Francesco Conti, Daniela Dell’Anna, Andrea Gabellone, Caterina Gerardi, Martina Loiola, Lorenzo Papadia, Federico Patrocinio, Zeno Marco Rizzo, Alessia Rollo, Ilenia Tesoro e Samuele Vincenti.
Ieri il terzo dei cinque incontri programmati (gli ultimi due si terranno questa sera e domani sera, alle 18, sempre nella cornice di San Francesco della Scarpa), che ha visto il direttore della testata, Mimmo Mazza, dialogare con Carmelo Mazzotta, direttore generale Bcc Terra d’Otranto; Sergio De Giuseppe, Ceo Commed IA; Carlo Caiffa, Ceo Fenice costruzioni srl; Amedea Nielli, presidente Gruppo Giovani Industriali Lecce; Gabriele Greco, presidente Ance Lecce.
La sottolineatura: «Bari è Bari, Lecce è Lecce». Quasi uno slogan per ribadire la necessità di dotare questa terra delle necessarie infrastrutture (trasporti e viabilità, in primis). Criticità acuite da competenze che i datori di lavoro non trovano sul territorio. I posti di lavoro ci sono, hanno ribadito gli ospiti, ma non i candidati adeguatamente formati tant’è che De Giuseppe ha lamentato l’incapacità degli aspiranti dipendenti di compilare perfino un curriculum. Ma sul banco degli imputati Greco ha messo anche l’autonomia differenziata che per il Sud è penalizzante dati i divari strutturali con il Nord. E non solo. Greco ha espresso la preoccupazione del mondo imprenditoriale che al momento non vede prospettive una volta che saranno esaurite le risorse del Pnrr e della Zes.
Per Nielli: «Sicuramente il mondo imprenditoriale soffre ancora tantissimi problemi che ci portiamo avanti da tanti, tanti anni. Parlo dei trasporti, delle infrastrutture, ma esistono anche delle problematiche un po’ più recenti. E mi riferisco alla scarsità di competenze. Vorrei proprio affrontare questo argomento perché mi sta molto a cuore parlando di futuro. Per citare qualche dato, in Unioncamere, nel 2024, è stato rilevato che il 43 per cento delle posizioni sono rimaste aperte proprio perché mancano competenze adeguate alle richieste del mercato».
Ma c’è anche il tema della vocazione produttiva del territorio. Come è accaduto nei precedenti talk, anche ieri sera gli ospiti hanno riconosciuto la valenza della vocazione turistica, ma non deve essere l’unico sbocco imprenditoriale: è stato ribadito. Una risposta dovrebbe arrivare da un Piano casa per le fasce deboli: darebbe lavoro alle imprese e una casa a chi non ce l’ha. Questa è la possibilità che percorre Ance, ma piace anche a Caiffa l’idea di un’edilizia che rigeneri il patrimonio immobiliare dando dignità abitativa alle fasce deboli della popolazione.
Mazzotta ha tenuto a precisare che la loro banca cresce a due cifre anche per la loro reattività verso le imprese ossia la capacità e la volontà di supportare le iniziative imprenditoriali. E poi su tutto il guinzaglio della burocrazia che rallenta lo sviluppo.