LECCE - Il Museo della Stampa che ha sede nella Biblioteca Bernardini di Lecce ospita una mostra di opere in ceramica smaltata dalle scintillanti cromie, realizzate al tornio dall’artista siciliana Patrizia Italiano. A renderla originale, è anche il significato che le ha affidato il promotore, il sociologo Walter Spennato: contrastare i pregiudizi che, dopo quasi mezzo secolo dalla legge ispirata dall’opera di Franco Basaglia, colpiscono le persone con disagio psichico.
La ceramista, che vive tra Palermo e l’isola di Filicudi, ha creato opere che rimandano alle suggestioni delle “Teste di moro” siciliane. Le ha però rilette conciliando tradizione, creatività ed un pizzico di ironia naif, conseguendo, grazie a mostre tenute in mezzo mondo, fama internazionale. In questo speciale contesto, le opere in mostra a Lecce sono ancora più straordinarie. Si tratta infatti di 16 teste, che non mostrano i turbanti o le corone che le ceramiche siciliane hanno mutuato dalla leggenda - o dalla storia, chissà - che rappresentano. Ogni testa, infatti, è “ornata” di oggetti che richiamano i pensieri, gli interessi, le speranze, i sogni, le vicende - vicissitudini, talvolta - delle persone che le hanno ispirate.
È necessario, a questo punto, dire che esiste, in quel di Racale, una “Casa per la vita” - si chiama proprio così - che ospita persone che attraversano una fase forse di disagio, forse di malattia mentale. Una condizione che genera discriminazione e isolamento. Contro cui, il coordinatore della Casa, Walter Spennato, è da molti anni impegnato a promuovere inclusione sociale mediante incontri dei residenti con artisti di vario genere; incontri aperti a qualche ospite disponibile a sua volta ad aprire il cuore e la mente.
Nel caso di Patrizia Italiano, la collaborazione è andata oltre. La ceramista ha reso palpabile ciò che passa per la mente delle persone: i numeri di Luigi, le carte da gioco di Umberto, la musica di Anna, la pietra leccese di Vincenzo, i treni di Gianni, i pesci di Alessandro, i tamburelli di Donata... Si potrebbe continuare contando fino a 16, ma sono opere da vedere. Delle quali condividere il messaggio che hanno affidato loro l’artista - la quale sostiene che conoscere quelle persone ha rappresentato per lei un “dono speciale” - e Spennato.
Questi, ha voluto esporle nel Museo della Stampa, con trasparente riferimento alla comunicazione che può svolgere un ruolo fondamentale nel contrasto dello stigma che avverte intorno ai suoi ospiti. E per rimarcare che quelle teste sono di fatto “ritratti” di persone in carne ed ossa, ne ha corredata ciascuna di targhetta esplicativa e di fotografia del “soggetto” (grazie agli scatti di Giuliano Sabato).
Spennato ha voluto intitolare la mostra “Scapiddati” (alias senza capelli, in lingua dialettale), sottotitolo: «Perché l’aria è solo vento tra i capelli», quasi a rimarcare che occorre andare oltre l’apparenza dei capelli-ornamento. Insomma, l’arte e la fantasia della ceramista giuocano un ruolo importante, in questa mostra, ma non meno significativo è il suo risvolto umano.
La mostra di Patrizia Italiano potrà essere visitata fino al 15 settembre. Info al numero 320.489.4076. Ingresso libero.