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Il 30 ottobre del 1943 torna la libertà di stampa

Il 30 ottobre del 1943 torna la libertà di stampa

 
Vito Antonio Leuzzi

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Vito Antonio Leuzzi

Il 30 ottobre del 1943 torna la libertà di stampa

Ottant’anni fa a Brindisi una circolare del Governo Badoglio abolisce le limitazioni imposte per 20 anni dal regime fascista

Lunedì 30 Ottobre 2023, 12:00

La liberalizzazione della informazione rappresentò 80 anni fa il punto di riferimento centrale della lotta politica tra le forze dell’antifascismo e della democrazia e la monarchia ed il governo Badoglio, ancorati ad un disegno di restaurazione autoritaria in continuità con il passato regime.

Il difficile processo di «rieducazione politica» dopo venti anni di dittatura era strettamente correlata ad una fondamentale esigenza di eliminare i divieti ancora in atto, in particolare quello relativo alla libertà di stampa. In questa direzione gli esponenti del Partito d’Azione, con alla testa Tommaso Fiore e Vincenzo Calace, assieme ad un folto gruppo di intellettuali antifascisti, tra cui Michele Cifarelli, Fabrizio Canfora, i fratelli Nicola e Domenico Pastina, assunsero la decisione di infrangere i divieti e sfidare il governo di Brindisi. Con la pubblicazione del primo numero dell’«Italia Libera» a metà ottobre 1943, settimanale che assunse nel secondo numero il titolo de «L’Italia del popolo» , e con l’arresto di Vincenzo Calace - da pochi mesi liberato dalle carceri e confino- di Domenico Pastina e del tipografo Pietrarota di Trani, si determinò una svolta epocale. Le agenzia di stampa internazionale misero in risalto l’ulteriore azione repressiva del governo, in contrasto con le decisioni assunte dalla Conferenza di Mosca (fine ottobre), dove i rappresentanti dei governi alleati indicarono esplicitamente, con una dichiarazione comune, le misure da attuarsi nel territorio italiano liberato, tra cui la restituzione della libertà di parola, di opinione politica, di culto, di pubblica riunione , di stampa.

A questa nuova situazione si aggiungeva dunque lo scalpore suscitato nella stampa estera per la diffusione della notizia che in Italia si continuava nell’azione repressiva contro gli antifascisti. La Commissione Alleata di controllo sollecitò l’immediata scarcerazione dei responsabili del settimanale del Partito d’Azione di Bari, ed i militari alleati si presentarono al carcere di Bari chiedendone l’immediato rilascio. In una puntuale ricostruzione di tutta la vicenda, Domenico Pastina affermò : «A Brindisi (sede del governo) si riteneva naturale mantenere in vigore la legislazione fascista contro la stampa, al fine di impedire qualsiasi manifestazione. Lo scopo di Calace e Pastina speravano di conseguire era rendere evidente perciò, in maniera clamorosa, il reale spirito antidemocratico di Badoglio e Vittorio Emanuele, dei generali e dei ministri di corte: scopo che fu pienamente raggiunto».

Con un comunicato ufficiale, l’Ufficio Stampa e propaganda del governo emanò una circolare in cui si indicavano alcune libertà fondamentali tra cui la libertà di Stampa. Il 30 ottobre del 1943 “La Gazzetta del Mezzogiorno” con un titolo a tutta pagina annunciò la svolta, «Le promesse di Badoglio si realizzano .La stampa è libera», segnando il nuovo corso dell’intera storia della stampa italiana del secondo dopoguerra. La Puglia era infatti la prima zona dell’Europa nella quale veniva ripristinata la libertà di stampa. Sullo stesso numero del quotidiano con un articolo di spalla del giornalista Antonio Amendola, «Tradizione di libertà», si metteva in luce il nuovo corso con timidi accenni critici al recente passato.

Nel comunicato si precisava che ,«i partiti politici della Nazione potranno liberamente pubblicare i loro giornali e liberamente propagandare le loro idee politiche». Quella che veniva considerata stampa clandestina iniziò a circolare liberamente e comparvero nelle edicole diversi settimanali di partito: «Civiltà proletaria» del Partito comunista italiano, diretto da Michele Pellicani, l’ «Avanti!» del Partito socialista di unità proletaria, diretto da Eugenio Laricchiuta, l’ «Idea liberale» del partito Liberale, diretto da Giuseppe Perrone Capano, «Il Risveglio» della Democrazia Cristiana, diretto da Natale Lojacono, assieme a diversi altri settimanali tra cui «La Settimana», vicino al Pwb( ufficio della guerra psicologica), diretto da Gustavo d’Arpe. Il capoluogo pugliese nel giro di pochi giorni divenne la capitale editoriale dell’Italia libera.

Per saperne di più, V.A.Leuzzi, «Informazione,censura e opinione pubblica. La Gazzetta del Mezzogiorno nella liberazione italiana 1943-1945 ( prefazione di Felice Blasi)» Ipsaic-Corecom, Edizioni dal Sud, Bari 2015 pp.156 Euro 14; AA.VV. «La stampa libera in Puglia. Informazione, opinione pubblica, Partiti» ( Ipsaic- Corecom), Bari Edizioni dal Sud 2015 pp. 297, Euro 14; Giancarlo Tartaglia, «Ritorna la libertà di Stampa. Il giornalismo italiano dalla caduta del fascismo alla Costituente ( 1943-1947)» Il Mulino, Bologna 2020,pp. 619, Euro 42.

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